REGGIO EMILIA – Estendere a tutti i Comuni reggiani e alle Unioni il Protocollo di legalità fra Comune di Reggio Emilia e Prefettura per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei settori dell’edilizia privata e dell’urbanistica. Questo l’obiettivo della dichiarazione di intenti sottoscritta ieri mattina dal prefetto Raffaele Ruberto e dal presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi.
L’intesa – che prevede anche una collaborazione amministrativa tra Palazzo Allende e Prefettura per meglio gestire la complessità delle procedure riguardanti la documentazione antimafia – riafferma il ruolo centrale della ‘nuova’ Provincia, così come delineato anche dalla Legge di riforma del 2014, nell’azione di coordinamento e supporto tecnico ai Comuni; una nuova veste che ha già visto Palazzo Allende protagonista in diversi settori, a partire dalla Stazione unica appaltante alla quale hanno aderito ben 16 Comuni, 3 Unioni e 2 aziende di servizi alla persona.
“Già il prossimo 28 novembre convocheremo l’Assemblea dei sindaci e presenteremo a tutti i primi cittadini e alle Unioni il Protocollo di legalità sottoscritto ieri dal Comune capoluogo e dalla Prefettura – annuncia il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi – L’accordo raggiunto dal sindaco Vecchi con il prefetto Ruberto, al quale va la mia gratitudine per la collaborazione e l’attenzione dimostrate anche in questa occasione verso le istitituzioni, consente infatti di adottare nuovi, importanti strumenti nella lotta in campo amministrativo all’azione delle mafie: un obiettivo che da sempre vede la Provincia impegnata in prima linea e che ha visto Palazzo Allende sottoscrivere, sempre con la Prefettura, diversi Protocolli di legalità, da quello del 2007 sulla regolarità nei cantieri a quello del dicembre 2010 sugli appalti pubblici”.
“Con questo nuovo Protocollo, l’azione di controllo e di contrasto ai tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata viene esteso anche all’edilizia privata e all’urbanistica attraverso, ad esempio, l’allargamento a tipologie nuove e diverse di interventi in campo edilizio e urbanistico della verifica tramite l’informativa antimafia; l’obbligo della comunicazione antimafia anche per permessi di costruire al disotto dei 70mila euro; controlli puntuali su una parte rilevante delle ristrutturazioni”, conclude il presidente Manghi.
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