Question Time, chiarimenti sulla vaccinazione degli operatori socio sanitari

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BOLOGNA – L’assessore Giuliano Barigazzi ha risposto alla domanda d’attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla vaccinazione degli operatori socio sanitari. La risposta è stata letta dall’assessore Claudio Mazzanti.

La domanda della consigliera Cocconcelli
“Ribadisco quanto scritto nell’art. di Repubblica del 14.01.2021 “Prima chi rischia di più”. Il messaggio dovrebbe essere chiaro ed esplicito a tutti: “Priorità assoluta a chi è più esposto!!!”, le altre categorie, non a diretto contatto con i pazienti, aspettino diligentemente il proprio turno. La vaccinazione deve essere somministrata prioritariamente, come da Leggi e Regolamenti, ai Sanitari in prima linea e intendo Medici, Infermieri, Oss, Farmacisti, Fisioterapisti, tecnici di radiologia/di laboratorio, ospiti e operatori delle ex Rsa, Usca, operatori presso degenze per anziani, addetti al front office ed al Cup o similari, che quotidianamente sono a stretto contatto con i pazienti/cittadini; mentre  gli amministrativi che, magari, lavorano in smart working è opportuno che  aspettino diligentemente il proprio turno, senza prevaricare nessuno. Questo concetto è bene rimarcarlo per evitare che i soliti “furbetti” anticipino, arbitrariamente, il loro turno vaccinale.

Chiedo al Sindaco ed all’Assessore Barigazzi in qualità di Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana di Bologna una valutazione politico/amministrativa nel merito, se si sia già approntato il piano organizzativo per la seconda tornata di vaccinazione dei sanitari/ospiti Usca etc e si siano già individuati i luoghi idonei, anche per eseguire la successiva, vaccinazione di massa, approntando adeguati “vaccinodromi” facilmente accessibili e penso, per esempio a palestre, Palasport, al Dumbo di via Casarini o a Fico, opportunamente collegati con navette dedicate, se e come si intenda coinvolgere la componente dei Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta e quando inizierà la vaccinazione degli stessi, se siano previsti punti di vaccinazione in tutto l’ambito della Città Metropolitana e intendo soprattutto l’Appennino e, inoltre, si preveda anche la vaccinazione domiciliare per gli anziani disabili assistiti presso il proprio domicilio”.

La risposta dell’assessore Barigazzi letta dall’assessore Mazzanti
“Gentile consigliera,
ringrazio per la domanda che mi consente di dare informazione sul continuo e incessante lavoro che stiamo compiendo con l’Azienda su quella che sarà, senza ombra di dubbio, la più grande sfida che affronteremo quest’anno. La pratica vaccinale rappresenta una delle modalità più efficaci per contrastare la diffusione del contagio da Sars-Cov2 e, come per tutte le campagne vaccinali, è necessario pianificare l’esecuzione della vaccinazione identificando i target di popolazione che più di altri non solo sono a rischio ma anche rappresentano un bacino di potenziale ampliamento della diffusione dell’epidemia. Tra questi, come è ben indicato da vari documenti nazionali e regionali, rientra pienamente la categoria degli operatori sanitari che ha visto un alto numero di soggetti colpiti dalla malattia (dall’inizio dell’epidemia abbiamo osservato 1660 casi positivi – dato aggiornato al 12 gennaio).

Sono d’accordo con lei sulla priorità e proprio in questo senso recentemente l’Azienda Usl di Bologna ha ribadito la necessità di somministrare il vaccino in via prioritaria agli operatori sanitari e socio-sanitari e, a seguire, a tutto il personale amministrativo e tecnico che opera stabilmente presso i presidi ospedalieri, i punti vaccinali covid-19 e di esecuzione tamponi. Il tutto all’interno delle indicazioni nazionali. Come noto, per garantire a questa popolazione in modo rapido la somministrazione delle due dosi necessarie a completare il ciclo vaccinale, è stato attivato un punto di esecuzione ad hoc presso la Fiera di Bologna che ha permesso di vaccinare ad oggi quasi il 60% degli operatori dell’Azienda Usl di Bologna mentre si è prenotato o ha fatto l’iniezione l’80% dei medici e il 70% delle altre professioni sanitarie. L’attività è in avanzato stato di realizzazione tanto che si è già pianificata la somministrazione della seconda dose che inizierà a partire dal 18 gennaio per chi ha ricevuto la prima dose il 27 dicembre e che continuerà, sempre in Fiera oltre che nelle strutture residenziali per anziani, fino a metà febbraio. Nel contempo il coordinamento interaziendale della campagna vaccinale in capo alla Direzione Sanitaria dell’Azienda Usl di Bologna sta definendo l’organizzazione della campagna massiva di vaccinazione rivolta alla popolazione generale anche in questo caso identificando delle priorità, che ricordo sono descritte in un documento del Ministero della Salute e scandite per fasi): per età con priorità per gli over 80 anni e quindi per i cittadini con età tra i 60 ed gli 80 anni, per condizioni di fragilità specifica, per categorie professionali impegnate in servizi essenziali. In questa seconda fase della campagna sono previsti interventi di vaccinazione in più punti dislocati nel territorio con caratteristiche di facile accessibilità ed in grado di evitare assembramenti, specificamente in ogni distretto socio-sanitario della nostra aera metropolitana. A questo proposito la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria ha già coinvolto i Sindaci capi distretto in questa organizzazione al fine di essere pronti all’avvio della seconda fase così come è accaduto per la prima. Stiamo compiendo analogo percorso per definire i punti, oltre quello della Fiera, nella città di Bologna.
Allo stesso tempo sono allo studio la costituzione di squadre di vaccinatori itineranti che potranno operare per periodi ben definiti nelle sedi di cui sopra ed in altre sedi del territorio, vedi ad esempio Case della Salute. In questo modo, in base alla disponibilità di varie tipologie di vaccino, si potrà anche garantire prossimità dell’atto vaccinale rispondendo alle esigenze di territori disagiati sotto l’aspetto orogeografico ovvero caratterizzati da condizioni di conosciute e definite diseguaglianze socio-sanitarie. Rispetto a certe categorie di cittadini, si pensi in modo particolare ai più anziani e ai soggetti assistiti al proprio domicilio, è in fase di definizione un accordo con i Medici di Medicina Generale per un’offerta attiva domiciliare della vaccinazione. Sono allo studio inoltre modalità di rinforzo comunicativo e di presenza capillare di punti di offerta vaccinali nelle aree della Città metropolitana dove si concentrano gruppi di popolazione più a rischio per condizioni sociali oltre che di salute.
È evidente che una campagna di profilassi di questo genere, senza precedenti nella nostra storia, per raggiungere il suo obiettivo di copertura massiva della popolazione necessita di adeguate quantità di vaccini, di personale dedicato , di una campagna di comunicazione e di informazione capace di utilizzare tutti i canali di contatto comunitario, finalizzata ad accrescere la consapevolezza e propensione della popolazione a partecipare alla chiamata vaccinale. La Conferenza Sociale e Sanitaria seguirà attivamente, come ha sempre fatto in tutto il 2020, anche questa nuova sfida”.