Progetto “Rivoluzioni”: fare storia e memoria innovando

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Portale web, conferenze, letture e percorsi didattici per raccontare le grandi svolte del ‘900

MODENA – Il ciclo di appuntamenti online “Oggetti Rivoluzionari. Per una storia del Novecento” rientra nell’ambito del Progetto “Rivoluzioni, Crisi, Trasformazioni”, ideato da Istituto Storico e Centro documentazione donna con la collaborazione scientifica della Fondazione Collegio San Carlo, nato nel Comitato per la storia e le memorie del Novecento del Comune di Modena e sostenuto dalla Fondazione di Modena.

Al centro del progetto c’è un portale web (https://rivoluzioni.modena900.it) dove sarà presente un racconto comparato con due cronologie (Modena e Italia/Mondo); una serie di biografie di protagonisti e protagoniste della storia locale; una mappa dei luoghi modenesi che sono stati teatro di cambiamenti sociali.

L’obiettivo, spiegano gli ideatori, è raccontare, in modo storiograficamente solido, le grandi svolte che hanno caratterizzato il ‘900 e plasmato il nostro presente, confrontando la dimensione globale con la storia di Modena e del territorio. Si vuole proporre una riflessione, utilizzando diversi strumenti e linguaggi (il portale e una serie di iniziative culturali per raccontare eventi e protagonisti), con un approccio multidisciplinare in grado di affrontare la complessità dei grandi cambiamenti sociali, politici, economici, culturali e scientifico-tecnologici. “Non si tratta solo di raccontare le rivoluzioni ‘storicamente intese’ – proseguono i responsabili del progetto – ma di recuperare il senso delle spinte al cambiamento, le loro criticità e la loro evoluzione, sia negli eventi meno conosciuti sia nelle vite dei singoli individui. Politica, società, economia, cultura e diritti – concludono gli ideatori – sono le parole chiave da cui siamo partiti. Ma nel presente anche l’immaginario dei cambiamenti ha la sua rilevanza. A queste parole, quindi, abbiamo aggiunto oggetti e gesti rivoluzionari, capaci di modificare la percezione collettiva del mondo o la vita quotidiana delle persone”.

Per conseguire queste finalità, autori e autrici del progetto hanno pensato a diversi strumenti (oltre al portale, conferenze, letture, percorsi didattici) ciascuno dei quali dovrà portare al progetto nuove conoscenze, punti di vista e approcci differenti. Il portale – che segue il progetto di ricerca con aggiornamenti continui – ha al centro una linea del tempo che accompagna attraverso le date della storia globale e locale, focalizzando gli eventi rivoluzionari che costituiscono, o sono il simbolo, di momenti di rottura e di trasformazione rispetto al passato. La cronologia degli eventi sarà collegata a una mappa dei luoghi della città e a singole biografie. Ogni luogo ha una storia ma spesso rimane legato a un evento particolare con il quale si identifica. L’obiettivo è portare alla luce i cambiamenti di funzione, di destinazione d’uso e di nome delle vie, delle piazze e dei palazzi della città raccontando le storie di chi li ha abitati per comprendere meglio e decodificare lo spazio del presente. Con le biografie si vogliono, invece, raccontare percorsi di vita che hanno inciso sulle trasformazioni del nostro territorio o che sono stati segnati da scelte rivoluzionarie.

Il portale prevede, inoltre, una sezione sugli “HistoryLab”, percorsi di didattica della memoria che verranno realizzati nelle scuole secondarie di II grado per provare a rispondere ad alcune domande: Quali percezioni hanno i giovani delle Rivoluzioni del Novecento? Con quale passato si misura la Generazione Z? Quali sono gli ambiti in cui vedono le Rivoluzioni dispiegarsi oggi? In quali vorrebbero impegnarsi?

Nel portale, infine, la sezione “Appuntamenti” fornirà informazioni su tutte le iniziative pubbliche che verranno realizzate sia in occasione delle date del Calendario civile che in occasione delle ricorrenze degli eventi storici individuati dalla ricerca. Attraverso la “public history” e i linguaggi della musica, del teatro e della narrazione, ma anche punti di osservazione inusuale le iniziative pubbliche scaveranno nell’immaginario e nella memoria del ‘secolo breve’.