
Lavori a Russi e frazioni. Perimetro di intervento definito dal Dipartimento per la trasformazione digitale
RUSSI (RA) – A Russi procedono i lavori avviati a marzo per la realizzazione di una rete a banda ultra larga, che garantirà una velocità di connessione in linea con gli obiettivi europei e secondo quanto previsto dal progetto nazionale «Piano Italia a 1 Giga», finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
A effettuare i lavori a Russi, così come in altri 3.880 Comuni italiani, è Open Fiber, che in totale coprirà con una nuova rete ultraveloce circa 3,3 milioni di unità immobiliari.
A Russi verranno connessi oltre 930 civici attraverso un’infrastruttura FTTH (Fiber To The Home, fibra fino a casa) e circa 120 tramite una connessione FWA (Fixed Wireless Access). L’infrastruttura, che consentirà di navigare alla velocità di 1 Gigabit al secondo, si svilupperà per circa 45 chilometri.
Come risulta dalla mappa dettagliata, pubblicata sul sito www.comune.russi.ra.it, i lavori per l’infrastruttura FTTH riguardano Russi, Borgo Violetta, Borgo Testi Rasponi, San Pancrazio e Chiesuola, ma non Godo. Una trentina di unità immobiliari di Godo, invece, potranno accedere a una connessione FWA.
A seguito delle forti sollecitazioni mosse dall’Amministrazione per coprire l’intero territorio comunale, la replica ricevuta è stata che rientrano nel «Piano Italia a 1 Giga» solo le zone in cui era presente un unico operatore ed era improbabile che nel prossimo futuro venisse installata una seconda rete di telecomunicazioni.
Per definire il perimetro di intervento pubblico, con il supporto tecnico di Infratel Italia e degli stessi operatori, il Governo, tramite il Dipartimento per la trasformazione digitale, ha effettuato nel 2021 la mappatura particolareggiata delle reti fisse esistenti o pianificate in tutta Italia, per identificare il numero dei civici che entro il 2026 non sarebbero stati coperti da investimenti privati di operatori in grado di garantire una velocità di connessione di 300Mbit/s in download.
Questo percorso, definito a livello ministeriale senza la partecipazione dei Comuni, ha consentito di individuare i circa 6,2 milioni di indirizzi civici coperti da reti con velocità di connessione stabile inferiore a 300 Mbit/s e, pertanto, oggetto d’intervento pubblico.