Il progetto “Comunità sicure”, frutto dell’Accordo di collaborazione istituzionale di cui all’articolo 6 della legge regionale n. 24/2003 tra il Comune di Piacenza e la Regione Emilia Romagna, è finalizzato a un complessivo intervento di prevenzione integrata, volto al miglioramento della vivibilità e della sicurezza del territorio comunale, con particolare attenzione all’area della “Cavallerizza” sullo Stradone Farnese. Le azioni che verranno poste in essere – oltre all’incremento del locale sistema di videosorveglianza, l’integrazione di nuove panchine e la manutenzione straordinaria dell’area – prevedono un’attività di animazione ed educativa indirizzata alle aggregazioni giovanili che frequentano l’area. E’ previsto inoltre che gli operatori coinvolti possano intervenire in altre zone della città nelle quali si sia registrata la presenza di gruppi di giovani propensi a recare disturbo alla quiete pubblica. In particolare, a seguito delle segnalazioni pervenute dalla cittadinanza e dei fatti di cronaca, oltre alla Cavallerizza sono state individuate le seguenti zone: piazza Cittadella, Pubblico Passeggio, quartiere Farnesiana, area verde via Marinai d’Italia, vicolo del Guazzo, giardinetti di via Grandi. Gli educatori potranno comunque muoversi liberamente in tutta la città a seconda delle esigenze del momento.
La procedura si svolgerà nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento per la disciplina della coprogettazione fra Amministrazione comunale ed enti del Terzo Settore, sulla base di un percorso che, dopo la valutazione e selezione delle proposte da parte di una commissione tecnica, prevede la costituzione di un Tavolo di coprogettazione, la stipula della convenzione, l’attuazione dell’intervento, il monitoraggio delle attività e dei risultati conseguiti, la rendicontazione e la liquidazione del corrispettivo.
“Siamo soddisfatti – dichiara l’assessore Luca Zandonella – che il progetto di sicurezza urbana ideato dal Comune di Piacenza e recentemente approvato, che affronta la tematica sia dal punto di vista della prevenzione che della repressione, entri nel vivo, in particolar modo per quanto riguarda il percorso legato all’educativa di strada e all’animazione rivolta ai minori. E’ di assoluta importanza, infatti, intercettare il disagio giovanile durante il tempo libero dei ragazzi, nei luoghi di socialità e di incontro informali, facendo intervenire professionisti del settore competenti e con gli strumenti in grado di coinvolgerli”.
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