Piacenza, Centri diurni per anziani

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Il sindaco Patrizia Barbieri conferma “massimo impegno per assicurare la riapertura il prima possibile. Prioritario proteggere le fasce più deboli”

Palazzo Mercanti_500PIACENZA – “Sin dalle fasi iniziali dell’emergenza Covid, l’Amministrazione comunale ha ritenuto prioritari gli interventi a tutela delle categorie più fragili, maggiormente esposte al rischio del contagio. Per questa ragione abbiamo disposto subito la sospensione delle attività dei centri diurni, predisponendo una serie di servizi alternativi che potessero garantire un supporto alle famiglie”. Così il sindaco Patrizia Barbieri, nel ripercorrere le iniziative attuate dai Servizi sociali nei quattro mesi segnati dalla pesante diffusione del virus sul territorio, sottolinea “l’obiettivo fondamentale che ha caratterizzato tutti i provvedimenti assunti dal 21 febbraio ad oggi: proteggere la salute dei cittadini, a cominciare dalle persone in condizioni di vulnerabilità”.

“Proprio a favore degli anziani non autosufficienti, con particolare attenzione a chi vive in solitudine – spiegano Patrizia Barbieri e l’assessore Federica Sgorbati – abbiamo potenziato notevolmente l’assistenza domiciliare, per complessivo 8.298 ore di cui 1045 erogate in emergenza. Nello stesso periodo, abbiamo preso in carico 179 nuovi utenti a seguito di altrettante domande di valutazione per il riconoscimento della non autosufficienza, di cui 17 riguardanti anziani in condizioni di disagio socio-economico o privi di una rete familiare su cui poter contare. Grazie alla stretta collaborazione con i medici di Medicina generale, i geriatri e gli operatori sanitari dell’équipe Ausl, la maggior parte delle verifiche è stata effettuata in via telematica, dando quindi risposte concrete alle richieste di aiuto nonostante il divieto di compiere visite domiciliari. Sono state 30, invece, le domande di contributo economico a sostegno del reddito, per anziani e disabili adulti, per le quali l’apposita commissione ha completato l’iter di valutazione”.

Potenziata anche la distribuzione dei pasti a domicilio, con l’accoglimento di nuovi beneficiari: 2740 i pasti complessivamente erogati, di cui 857 attivati in emergenza, assicurando un sostegno fondamentale a 32 cittadini in condizioni di solitudine supportati dal Servizio di Quartiere.

“Sappiamo bene – rimarcano il sindaco e l’assessore – che in questi mesi abbiamo chiesto, a tutti gli utenti dei centri diurni e ai loro congiunti, un sacrificio di grande impatto nell’organizzazione quotidiana della vita familiare, ma il nostro impegno è sempre stato teso a non vanificare gli sforzi immani che sono stati fatti, in primo luogo dalle famiglie stesse, per proteggere la salute dei propri cari. Se, in questi mesi, non si è resa necessaria la chiusura delle residenze per anziani, né di Unicoop né di altre strutture operanti sul territorio, dal momento che non sono state emanate disposizioni in tal senso, ben diversa è la situazione dei centri diurni: le linee guida regionali che ne autorizzano l’apertura sono state pubblicate solo nella giornata di ieri, mercoledì 17 giugno, prevedendo che i singoli gestori trasmettano al Comune, per una successiva valutazione condivisa, progetti per la riattivazione del servizio che garantiscano il rispetto di tutte le misure cautelari e delle prescrizioni stabilite dalla Regione Emilia Romagna. Già oggi, possiamo confermare che sono in corso contatti con Unicoop, i cui referenti si sono impegnati a far pervenire i progetti per la riapertura nel più breve tempo possibile”.

“Vorremmo sottolineare – aggiungono – che non appena i provvedimenti governativi e regionali lo hanno permesso, abbiamo riaperto due centri socio-riabilitativi diurni e due centri socio-occupazionali rivolti alla disabilità adulta, attuando percorsi commisurati alle esigenze individuali, proprio perché siamo consapevoli delle difficoltà cui tante famiglie hanno dovuto far fronte in questi mesi. Allo stesso modo, faremo di tutto per completare con la massima tempestività tutte le procedure necessarie a far ripartire in sicurezza i centri diurni rivolti agli anziani, il cui iter è evidentemente più complesso e lungo rispetto a quello per altri comparti – dalle attività di parrucchieri e ristoranti a quelle di piscine e palestre – perché volto a garantire una maggiore protezione a una fascia di popolazione, quella della terza età, che abbiamo non solo il dovere di tutelare in ogni modo, ma che siamo chiamati a salvaguardare anche per senso di responsabilità e rispetto”.