In particolare, la sera dell’evento la Polizia locale si è portata sul luogo della festa su segnalazione di alcuni cittadini e, una volta sul posto, è stata riscontrata la presenza di un elevato numero di giovani, intenti soprattutto a ballare e a consumare drink, nella maggior parte dei casi senza indossare la mascherina e non rispettando le misure di distanziamento sociale. Come è stato ricostruito acquisendo le testimonianze dei partecipanti, per accedere al party occorreva indicativamente comprare un biglietto di ingresso da 20 euro, inclusivo della possibilità di parcheggiare l’auto in un’area adibita a posteggio. L’acquisto del ticket era avvenuto anche su prevendita, consentendo quindi agli organizzatori dell’iniziativa di riservare alcuni “tavoli”, adeguatamente disposti nell’area, per diversi gruppi di partecipanti.
L’evento, promosso nei giorni precedenti sui social network e divulgato tra le fasce più giovani della popolazione tramite il passa parola, prevedeva spazi destinati al ballo, con postazione per il dj e relativa dotazione di strumentazioni professionali – casse acustiche, mixer audio e luci, amplificatore, traliccio con luci stroboscopiche e fasci multicolore – e un “punto bar” per la somministrazione delle bevande, pure alcoliche, la cui vendita era regolata secondo un apposito listino prezzi. In tutta l’area erano state inoltre predisposte sedute su cui i giovani si potevano fermare a chiacchierare.
Dopo aver preso atto dell’assenza delle autorizzazioni per l’organizzazione della festa, dunque, le pattuglie del comando di via Galilei ne hanno sollecitato la chiusura anticipata, favorendo il deflusso dei presenti. Gli accertamenti svolti nei giorni successivi dagli agenti del nucleo di Polizia commerciale e della Polizia giudiziaria hanno in effetti permesso di contestare il carattere abusivo del party, visto il mancato rispetto delle misure necessarie per la sicurezza e l’agibilità dei luoghi, e rilevando anche l’assenza del parere obbligatorio della Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Mentre gli spazi per la festa, come è stato appurato, erano stati presi in affitto temporaneo da una società di Milano (la proprietà della villa è estranea ai fatti).
Dopo aver ricostruito l’accaduto, quindi, la Polizia locale ha denunciato le figure per cui si ipotizza un coinvolgimento, a vario titolo, nella gestione dell’evento: si tratta di un 42enne e un 65enne considerati tra gli organizzatori e di un 52enne e un 55enne legati alla società lombarda affittuaria. A tutti è contestata l’apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento, un reato definito dall’articolo 681 del Codice penale su cui si dovrà esprimere l’Autorità giudiziaria; in caso di responsabilità, è previsto l’arresto fino a sei mesi e un’ammenda non inferiore a 103 euro.
All’impresa milanese, invece, sono state addebitate le violazioni amministrative del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (assenza del permesso per il pubblico trattenimento), delle leggi sulla somministrazione non autorizzata al pubblico di bevande e sulla riproduzione di musica all’aperto senza garantire il rispetto dei limiti di inquinamento acustico, delle disposizioni ministeriali sul mancato rispetto delle prescrizioni contro la diffusione del Coronavirus e del nuovo regolamento comunale per la disciplina delle attività rumorose temporanee (l’evento musicale non era stato appunto comunicato e autorizzato dall’Ente), per un totale di sanzioni che può arrivare a circa 4mila euro. Nei prossimi giorni continueranno le verifiche finanziarie finalizzate a determinare la destinazione dei proventi scaturiti dall’organizzazione dell’appuntamento.
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