Non corrisponde alla realtà la ricostruzione secondo cui il progetto del nuovo Ospedale ‘Ramazzini’ di Carpi sarà diverso da quello discusso con città, Comune, associazioni del territorio, enti e parti sociali.
L’area gialla contenuta nella slide, strumentalmente citata nel comunicato stampa per denunciare un raddoppio della struttura da realizzare nei prossimi anni, è una proiezione progettuale e architettonica, come chiaramente spiegato in occasione dell’incontro con il Ministro e alla presenza dei giornalisti locali. Uno sviluppo ed espansione della struttura laddove, in un futuro forse non prossimo, si volesse – o si dovesse – procedere in tal senso, in una logica di potenziale progressivo adattamento funzionale dell’ospedale ai bisogni sanitari di un territorio che è in crescita e in continua evoluzione. Ma il progetto inviato, tra gli altri, anche al Comitato tecnico regionale è rimasto lo stesso e sarà tutto da sviluppare nella fase di progettazione esecutiva.
Al momento infatti l’intero progetto è inquadrato nell’ambito di uno studio di fattibilità per comprenderne la compatibilità col lotto esistente, anche alla luce degli strumenti urbanistici vigenti. Il disegno riportato nella slide, completamente decontestualizzato rispetto alle altre immagini mostrate e alla loro presentazione, è finalizzato a rendere più concreti e visibili, comprensibili, gli ambienti del futuro ospedale. Non è noto infine come possano gli autori aver effettuato un confronto così puntuale sul “raddoppio” dei volumi, non essendo stati dichiarati nella presentazione.
Vogliamo dunque tranquillizzare i cittadini: la progettazione dell’intervento seguirà le necessarie tappe, sempre dialogando con la comunità. Sarà poi il progetto esecutivo a definire realmente come sarà il futuro Ospedale ‘Ramazzini’ di Carpi, grazie al contributo dei vari soggetti che vi lavoreranno.
Quanto all’ipotesi di costruzione al posto della struttura esistente: considerando le varie problematiche (alcune evidenti altre certamente non prevedibili a priori) che possono presentarsi nell’edificare su una struttura in funzione e che deve continuare comunque a garantire l’assistenza, l’opzione è stata valutata come non percorribile. Quasi mai un nuovo ospedale che deve durare un secolo viene progettato su uno vecchio: un ospedale necessita, intorno a sé, di un’area che gli consenta di respirare, evolversi, eventualmente anche crescere, e tutto ciò riducendo al minimo i disagi per i cittadini che lo circondano, oltre che per coloro che lo utilizzano. Dispiace che il confronto in atto generi tali immotivate polemiche, assolutamente non necessarie in un momento di grande fermento progettuale per la città e tutto il territorio.
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