ROMA – «Una NOSTRA vittoria che ci inorgoglisce, un successo che conferisce ancora una volta un senso profondo alle nostre battaglie. Stiamo informando tutti i colleghi interessati, e i nostri rappresentanti sindacali chiederanno l’immediata applicazione delle decisioni in tutte le aziende sanitarie italiane: ora tutti devono sapere che la Cassazione, con una sentenza che non è esagerato definire epocale per la categoria, ha dato ragione nei giorni scorsi a quegli infermieri turnisti sostenuti dal nostro sindacato, che avevano prestato servizio in giorni festivi infrasettimanali. A buona ragione i nostri professionisti chiedevano il riconoscimento del diritto sacrosanto al pagamento non solo delle indennità previste dall’art.44, commi 3 e 12 del ccnl 01.09.1995, ma anche il pagamento dello straordinario maggiorato, previsto per il servizio prestato ex art 9 ccnl 20.09.2001, ovviamente se non si utilizza il riposo compensativo. Le aziende sanitarie, invece, ritenevano che gli emolumenti dei quali parliamo non fossero tra loro cumulabili e pertanto li negavano. Ora dovranno pagare anche gli arretrati, fino a 5 anni!
Siamo fieri di non aver lasciato soli i nostri infermieri in questo tortuoso percorso e di averli presi per mano sin dall’inizio: la Cassazione, con questa nostra vittoria legale, ha infatti riconosciuto loro non solo il pagamento delle indennità sopra citate, ma anche la corresponsione dello straordinario per il festivo, maggiorato come la legge prevede.»
Così Antonio De Palma commenta quanto è accaduto di recente presso la corte di Cassazione a Roma, grazie al ricorso presentato da alcuni infermieri attraverso il Nursing Up, che non smette mai di far sentire la sua presenza nei momenti difficili.
«Dopo anni di battaglie la Suprema Corte, finalmente ci dà ragione. Gli infermieri, che lavorano molto spesso durante le festività infrasettimanali e che non beneficiano del riposo compensativo, oggi si vedono riconosciuti a pieno titolo i loro diritti da una sentenza che farà di certo storia, anche perché molte aziende sanitarie saranno costrette a pagare sino a 5 anni di arretrati ai propri infermieri. Non c’è dubbio che adesso siamo di fronte a un cambiamento che gioverà a tutti i colleghi in Italia, da Nord a Sud: la sentenza della Cassazione infatti, come si dice in questi casi, “fa giurisprudenza ai massimi livelli”. Ora non ci saranno più ASl o datori di lavoro in grado di cambiare le cose a loro favore, camminando sui nostri diritti, come è accaduto spesso fin ora nella nostra storia lavorativa, costellata troppo spesso di bocconi amari da ingerire», chiosa De Palma soddisfatto.
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