Nota del presidente di Confcommercio della provincia di Rimini

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Gianni Indino: “Anche dopo questo Decreto i piccoli commercianti rimangono spettatori dell’ennesimo favore alla grande distribuzione”

palazzo del municipio RiminiRIMINI –  Gianni Indino (presidente di Confcommercio della provincia di Rimini):

“Aspettando il nuovo Decreto abbiamo confidato in un provvedimento di buon senso, che potesse dare una boccata d’ossigeno ai piccoli negozi permettendogli pian piano di riaprire le loro porte ai clienti, ovviamente utilizzando tutti i dispositivi prescritti e i distanziamenti del caso. Invece ci ritroviamo a fare da spettatori ad un altro favore alla grande distribuzione organizzata.

Dai primi di marzo i grandi centri commerciali stanno vivendo ogni giorno un Natale e con loro le multinazionali dell’on-line, mentre i piccoli commercianti stanno soffrendo e dovranno aspettare ancora per poter tirare su le serrande. Sempre che, arrivato il momento, abbiano ancora la forza economica per farlo. Non capisco davvero come vadano bene le file chilometriche davanti ai centri commerciali e non l’acquisto nei negozi di prossimità con le dovute cautele e gli ingressi contingentati.

Apprezzo l’intervento del sindaco di Rimini Andrea Gnassi che come noi sta lavorando ogni giorno sull’emergenza dell’oggi, ma anche sul futuro del nostro territorio e del nostro turismo. Vogliamo farci trovare pronti al momento della ripartenza e lo vogliamo fare come sempre da pionieri, da protagonisti capaci di dettare le tendenze a livello internazionale, tracciando nuove strade.

Il rapporto tra le amministrazioni locali e le associazioni di categoria sta vedendo numerose sinergie, a cominciare dal comune bisogno di combattere una burocrazia che attanaglia le imprese anche in questo momento di grave difficoltà, in cui a parole sembrava che la burocrazia potesse essere chiusa in un cassetto.

Così non è: ce lo dicono ogni giorno i nostri imprenditori. Ringraziamo il sindaco dunque, pronto a farsi anche lui portavoce con il governo per le storture che si stanno verificando, con le fumose risposte di banche ed enti che sembrano non volere ascoltare i nostri gridi di allarme trincerandosi dietro a rinvii con tempistiche incerte. Una situazione che non è sostenibile.

Siamo pronti a lavorare per la ripresa, tutti insieme. Pronti a dialogare per il bene della nostra comunità, confidando che tutti lascino da parte ostracismi e non si ergano depositari di esclusive che non hanno mai avuto senso e ora ne hanno ancora meno.