“Nel distretto forlivese le persone anziane (con 65 anni o più) rappresentano il 25% dell’intera popolazione ed in proiezione entro il 2035 potranno arrivare al 32%; la fascia più fragile, ossia dai 75 anni, attualmente rappresenta quasi il 14% della popolazione ed oltre un terzo di essi risulta vivere solo. Da tempo nel nostro territorio” – spiega l’Ass.re Tassinari – “si è sviluppata un’articolata rete di interventi e servizi sociali tesi a fronteggiare i bisogni assistenziali degli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti e delle loro famiglie, sia sul versante della domiciliarità che su quello dell’assistenza in strutture residenziali. Tuttavia, la mancanza di una norma nazionale sulla non autosufficienza che preveda obiettivi, strumenti, risorse da utilizzare per contrastare un fenomeno in crescita e sostenere le famiglie che ne sono colpite e che non possono farsene carico da sole, rappresenta un vulnus significativo che va sanato nel più breve tempo possibile. Proprio per questo, con le organizzazioni sindacali confederali GCIL, CISL e UIL di Forlì, nonché con le corrispondenti organizzazioni dei pensionati e delle pensionate SPI, FNP e UILP abbiamo condiviso la necessità di sollecitare l’avvio di un percorso normativo nazionale che circoscriva i termini della materia. Ci siamo quindi mossi per la definizione immediata di un atto di impegno a livello locale da trasmettere alla Regione e al Governo nazionale. Nel nostro territorio, grazie anche allo sviluppo del fondo regionale per la non autosufficienza sin dal 2007, abbiamo implementato l’offerta di servizi ed interventi socio-sanitari a favore delle persone non-autosufficienti e di coloro che se ne prendono cura. Ma tutto questo non basta. È necessaria una legge nazionale che renda esigibili, cofinanziandoli, i livelli essenziali delle prestazioni sociali a favore delle famiglie con persone non-autosufficienti, favorendone la permanenza a domicilio o comunque in contesti protetti di prossimità, e rafforzandone l’integrazione con la medicina territoriale, anche questa da programmare e garantire come presidio fondamentale della salute della popolazione anziana sul territorio.”
“L’epidemia da Covid-19” – conclude l’Ass.re – “ha accentuato questa necessità, accelerando i tempi di definizione di una regolamentazione legislativa che abbia valore in tutto il Paese, superando le attuali differenze tra Regione e Regione e garantendo a tutti i cittadini i Livelli essenziali delle prestazioni sociali, previsti dalla legge 328/2000 e mai definiti”.
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