Ferrara

“No alla fusione delle Camere di commercio di Ravenna e Ferrara”

I sindaci Fabbri (Ferrara) e de Pascale (Ravenna), insieme al presidente della provincia Minarelli, lanciano un appello al ministro Giorgetti

FERRARA – Un appello al ministro dello Sviluppo economico perché possa “arrestare il processo di fusione delle Camere di commercio di Ravenna e Ferrara”, quello lanciato dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri insieme con il sindaco e presidente della Provincia  di Ravenna Michele de Pascale e con il presidente della Provincia di Ferrara Nicola Minarelli.

È questo infatti il contenuto della lettera inviata martedì 29 giugno 2021 al ministro Giancarlo Giorgetti e ai capigruppo di Camera e Senato, per chiedere di “rivedere la riforma consentendo agli enti camerali sani, che hanno bilanci in regola, di mantenere una dimensione di autonomia provinciale, necessaria per garantire maggiori garanzie ai territori”.

La riforma – fanno notare nel documento condiviso il primo cittadino ferrarese e i massimi rappresentanti dei territori comunali e provinciali di Ferrara e Ravenna – prevede tra le altre l’accorpamento in Emilia Romagna delle Camere di commercio di Ferrara e Ravenna, in collegamento con “il processo di abolizione delle Province poi bocciato dal referendum costituzionale”.

I due territori – sottolineano nella lettera quindi Fabbri e Minarelli insieme con de Pascale – da sempre “collaborano in modo naturale dal punto di vista economico e intendono continuare a farlo, valorizzando i fortissimi punti di contatto che li legano, lavorando insieme proficuamente in moltissimi ambiti, dal turismo alla cultura, dall’ambiente alla chimica”. La fusione delle Camere di commercio – rilevano quindi i rappresentanti degli enti locali ferraresi e ravennati – non porterebbe alcun beneficio e anzi potrebbe mettere a rischio gli equilibri che un sistema consolidato ha costruito nel tempo.

Secondo Fabbri, Minarelli e de Pascale “le Camere di commercio sono enti fondamentali che devono mantenere una dimensione provinciale autonoma, come quella che caratterizza peraltro le Prefetture, le Province, i tribunali, le forze dell’ordine e gli ordini professionali. L’identità territoriale, in tutti questi settori, e ancor più in quello relativo all’ente che tutela lo sviluppo e gli interessi delle imprese, è fondamentale per offrire servizi più efficienti ed efficaci a cittadini e imprese e, per questo, non deve andare perso”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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