Modena

In municipio i ragazzi Saharawi ospiti a Modena

Il gruppo, accompagnato dall’associazione Kabara Lagdaf ha incontrato il sindaco Muzzarelli e gli assessori Bosi e Guadagnini nella mattinata di lunedì 24 luglio

MODENA – I ragazzi Saharawi, in queste settimane ospiti a Modena, hanno incontrato ieri mattina, lunedì 24 luglio, in Municipio, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e gli assessori con delega alla Cooperazione e alle Relazioni internazionali Andrea Bosi e Irene Guadagnini.

Il gruppo, composto da una decina di ragazzi e ragazze dagli 8 ai 18 anni, era accompagnato da Fabio Campioli, presidente dell’associazione Kabara Lagdaf che quest’anno compie 25 anni e da molto tempo organizza il progetto di accoglienza dei bambini Saharawi in città e provincia, dai volontari dell’associazione e da alcuni accompagnatori.

Nel dare il benvenuto ai ragazzi, il sindaco Muzzarelli ha ricordato il “legame profondo e duraturo nel tempo che unisce la nostra città al vostro popolo.

Il nostro – ha proseguito – è un impegno di solidarietà per starvi vicino e fornirvi assistenza ma anche è anche un’azione politica con l’obiettivo del riconoscimento del vostro diritto a esistere come comunità”.

I ragazzi, arrivati all’inizio di luglio insieme a un secondo gruppo sempre di una decina di persone, resteranno nel modenese fino alla fine di agosto; dopo due settimane a Formigine, saranno a Modena fino al 30 luglio, ospitati nella scuola Emilio Po, per poi trasferirsi a Montese.

Durante la loro permanenza a Modena, grazie alla collaborazione con l’associazione sportiva La Fratellanza, potranno, per la prima volta, svolgere attività sportive all’interno del centro estivo gestito dalla Polisportiva.

I ragazzi stanno inoltre effettuando visite e controlli medici nell’ambito del progetto di assistenza medica che l’associazione Kabara Lagdaf porta avanti fin dall’inizio della sua attività.

Originari del Sahara occidentale, dal 1975 i Saharawi sono costretti a vivere nei territori occupati dal regno del Marocco, che non ne riconosce l’indipendenza, e nei campi profughi allestiti nel deserto algerino.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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