Regione

Maltempo. Esondazione Panaro e piena Secchia nel modenese

Evacuate in sicurezza una sessantina di persone nelle aree di assistenza, circa 300 persone accolte da parenti. Resta attivo in modo permanente il Centro di Marzaglia con tecnici e volontari di Protezione civile, Aipo, Forze dell’ordine, Vigili del fuoco e Prefettura e il coordinamento con il Dipartimento nazionale di Protezione civile

BOLOGNA – Sono circa 64 le persone che al momento hanno trovato asilo nelle aree di assistenza organizzate nel modenese, dopo l’esondazione del fiume Panaro che questa mattina, alle 7, ha travolto l’argine a monte dell’abitato di Nonantola. E per garantire loro la massima sicurezza, sono state individuate 4 aree di accoglienza – Covid, non Covid, quarantenati e in attesa di tampone -, insieme alla contestuale riorganizzazione dell’assistenza sanitaria (Usca). Circa 300 persone hanno trovato invece alloggio presso parenti.

Un evento, quello in corso nel modenese, dovuto a una situazione meteo definita dai tecnici più che eccezionale, che ha sommato lo scioglimento della neve in quota – 40 centimetri di manto nevoso diventato acqua in pochissime ore – a piogge a carattere torrentizio.

Al momento le squadre di Aipo sono al lavoro per la chiusura della falla di 70 metri lineari aperta nell’argine del Panaro, la cui realizzazione è prevista entro le prossime 24 ore, mentre resta sorvegliata speciale la piena del fiume Secchia, il cui colmo di piena è atteso nelle prossime ore.

Questo in sintesi il punto che si è appena tenuto, dopo il briefing della mattinata,  al Centro unificato provinciale di Protezione civile di Marzaglia, da remoto, sempre in contatto costante con il presidente, Stefano Bonaccini, tra l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo, la direttrice dell’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio e la protezione civile, Rita Nicolini, il prefetto di Modena, Pierluigi Faloni, il direttore di Aipo, Luigi Mille, il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, tutti gli enti locali del territorio, le Forze dell’ordine, i gestori e distributori di Enel e dei servizi di acqua, gas e telefonia.

“Proseguiamo con il monitoraggio costante della situazione e con la massima assistenza alla popolazione- dichiara Priolo-. Insieme al presidente Bonaccini, siamo in contatto coi territori interessati e col Dipartimento nazionale di Protezione civile e faremo tutto quanto possibile per ritornare quanto prima a uno stato di normalità, nonostante l’eccezionalità degli eventi mai registrati prima. Come anticipato questa mattina– prosegue l’assessore-, d’accordo con il presidente Bonaccini, chiederemo lo stato di emergenza nazionale in cui inseriremo anche i ristori per privati e imprese danneggiati. Ci attiveremo quindi formalmente per far sì che ci sia il riconoscimento dovuto e che nessuno resti escluso”.

La situazione

L’assessore Priolo insieme al sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi, hanno svolto nel primo pomeriggio un sopralluogo sul luogo della rotta del Panaro cui è seguito un aggiornamento con il Dipartimento nazionale di Protezione civile.

Gli interventi realizzati dalle prime ore della mattina stanno contribuendo alla gestione dell’evento, tuttavia sono in corso verifiche per capire se in tutte le sezioni sia garantito un franco di sicurezza o ci possano essere problemi di ulteriori tracimazioni.

Le casse di espansione di Secchia e Panaro hanno raggiunto i livelli massimi e invasato milioni di metri cubi d’acqua. Sul Secchia, a Ponte Alto di Modena è in corso il colmo della piena che durerà per diverse ore con livelli intorno a 11,20 metri superiore di circa 60 cm rispetto al massimo storico raggiunto.

Allagamenti in corso si sono verificati a valle della cassa di espansione di Campogalliano e a valle della cassa di espansione del fiume Panaro con interessamento della località Fossalta e delle abitazioni a monte e valle della via Emilia da Fossalta al ponte di Sant’Ambrogio.

Alcuni allagamenti si sono verificati anche nelle abitazioni limitrofe il torrente Tiepido che ha avuto livelli molto alti per le acque rigurgitate del fiume Panaro.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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