La scoperta – riportata sulla rivista Journal of Vertebrate Paleontology – è avvenuta mentre gli studiosi erano impegnati nel restauro di alcuni fossili parzialmente danneggiati dal terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012. Analizzando con una luce ultravioletta un reperto che custodisce l’immagine di una razza di mare vissuta nell’Eocene, i ricercatori hanno notato quattro piccole uova in corrispondenza dell’area dove si trovava l’utero dell’animale.
“È la prima volta che vengono trovate uova fossili di batoidi, il gruppo di pesci a cui appartiene la razza, ancora nel corpo della madre”, spiega il ricercatore dell’Università di Bologna Federico Fanti, uno degli autori dello studio.
ANTICHI ECOSISTEMI
Il fossile da cui è nata questa scoperta è stato rinvenuto quasi duecento anni fa nell’area di Bolca, una località in provincia di Verona nota per essere tra i più importanti siti paleontologici al mondo. La ricchezza di testimonianze fossili presenti in quella zona, anticamente coperta dalle acque, testimonia la rinascita degli ecosistemi marini dopo la grande estinzione di massa del Cretaceo quando, 65 milioni di anni fa, scomparvero circa tre quarti delle specie animali e vegetali presenti sul nostro pianeta, inclusi i dinosauri.
I TESORI DEI MUSEI SCIENTIFICI
Al centro della scoperta delle prime uova fossili di razza di mare c’è il Museo Geologico “Giovanni Capellini” dell’Università di Bologna e il grande patrimonio di reperti fossili custodito nelle sue sale. Un dato che mette in luce l’enorme potenziale, spesso sottovalutato, dei musei scientifici, strumenti fondamentali sia per la ricerca che per la divulgazione della scienza.
“Il grande scienziato e divulgatore Stephen Jay Gould diceva che le scoperte più importanti si fanno nei cassetti dei musei”, conferma Federico Fanti. “L’Università di Bologna non è seconda a nessuno per il patrimonio culturale e scientifico delle sue collezioni. Questa ne è l’ennesima dimostrazione: ancora una volta i tesori del Museo Capellini ci hanno permesso di capire meglio l’evoluzione degli esseri viventi”.
I PROTAGONISTI DELLO STUDIO
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Journal of Vertebrate Paleontology con il titolo “Egg preservation in an Eocene stingray (Myliobatiformes, Dasyatidae) from Italy”.
Gli autori sono Federico Fanti (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, Università di Bologna), Gabriele Mazzuferi (Museo Geologico “Giovanni Capellini”, Università di Bologna) e Giuseppe Marramà (Dipartimento di Paleontologia, Università di Vienna).
FORLÌ - Presentata da FO_Emozioni alla Fabbrica delle Candele la rassegna teatrale "Isole del Tesoro"…
PARMA - Per celebrare il Giorno della Memoria 2024, il Comune di Parma, attraverso vari assessorati ed insieme…
Sabato 27 gennaio 2024 alle 16,30 alla Sala Estense, con il patrocinio dell'Assessorato alle Politiche…
MERCATO SARACENO (FC) - “Tocchiamo il cuore dell’Emilia Romagna”, l’iniziativa di solidarietà pensata per le popolazioni…
PARMA - Sabato 27 gennaio, alle 21,00, presso il Teatro al Parco Giorno della Memoria 2024…
PIACENZA - Ritorna con nuovi racconti “Il Bistrot delle Storie” allo Spazio Luzzati di Piacenza.…
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Emilia Romagna News 24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Contatti - Archivio news - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter