La Vela Illuminata. Film “Il diritto di uccidere”

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MONTEGRIDOLFO (FC) – L’ultima tappa della rassegna cinematografica itinerante La Vela Illiminata, toccherà Montegridolfo con la proiezione del film Il diritto di uccidere.
Già da molti anni sotto l’insegna de La Vela Illuminata vengono proposti nelle piazze dei comuni collinari riminesi alcuni films di cinema d’essai, che riscuotono sempre un notevole successo di critica e di pubblico.
Infatti il ciclo organizzato dalla Notorius Rimini Cineclub “non è una semplice rassegna cinematografica; è una importante opportunità di valore culturale ed artistico, in quanto riporta il cinema al centro della comunità, proponendo la visione condivisa, su grande schermo, ben lontana dalle fruizioni individuali su supporti non adeguati e di ridotte dimensioni dell’era digitale”.
La scelta del film Il diritto di uccidere, nasce anche dal fatto che proprio quest’anno ricadono i 75 anni dalla Liberazione di Montegridolfo dalla Seconda Guerra Mondiale e per manifestare l’atrocità della guerra anche nei tempi odierni, l’Amministrazione Comunale grazie alla professionalità e alla proposta degli organizzatori, ha individuato in questo film alcuni temi di riflessione utili per le commemoriazioni di questo 75° Anniversario.
Il film è drammatico e lascia lo spettatore sempre in tensione per le tematiche e le scelte che i protagonisti dovranno prendere durante la storia cinematografica.
Chi l’ha già visto consiglia di vederlo o rivederlo.

Rassegna cinematografica itinerante
La Vela Illuminata

Martedì 13 agosto 2019, ore 21.15
piazza Matteotti – MONTEGRIDOLFO
ingresso gratuito

proiezione del film
IL DIRITTO DI UCCIDERE
(Eye in the Sky)
Regia di Gavin Hood
Con Helen Mirren, Alan Rickman, Aaron Paul
Gran Bretagna, 2015
Drammatico, 102 min.

Corto Cartoon: BATTLE ROYAL di Mégane Lepage, Fanny Robert-Dumas, Kevin Langouet, Meghan Marino, Agathe Revillod

Da Londra il colonnello Katherine Powell (Mirren) dirige a distanza un’importante operazione militare che sradicherà una cellula terroristica a Nairobi, avvalendosi di forze militari sul posto e di un drone pilotato dal Nevada dall’ufficiale Steve Watts (Paul), mentre nella war room londinese il generale Frank Benson (Rickman) segue l’evolversi del blitz con alcuni rappresentanti civili del governo. Quando tutto è pronto per la cattura di alcuni tra i più ricercati esponenti del terrorismo internazionale, la situazione cambia, precipitando: la missione va ora verso un immediato attacco missilistico, volto ad uccidere. Ma nella stima dei danni collaterali è prevista la morte di una bambina, ovviamente innocente. Lasciarsi sfuggire dei terroristi pronti a colpire o risparmiare una vittima sicura? Esiste un diritto ad uccidere?

Eye in the Sky, titolo originale dagli echi orwelliani, riassume il senso del film: l’occhio nel cielo è il drone che con i suoi sensori consente la guerra contemporanea. Un occhio freddo, strumentale, che osserva e uccide senza che mandante ed esecutore materiale corrano mai il minimo rischio fisico. Eppure dietro quel tasto premuto che sgancia missili c’è un gran lavoro, decisioni complesse da prendere rapidamente e, soprattutto, persone.

Per umanizzare la visione di una guerra spesso paragonata a un videogame, il film mette in scena l’umanità più quotidiana, anche spiacevole, dei protagonisti: attacchi di dissenteria, insonnia, il debito universitario da saldare, la moglie dispotica che rivela l’incapacità di compiere scelte futili di chi ha in mano le sorti del mondo. Una scelta così originale, quasi spregiudicata, è impiantata da Gavin Hood in una struttura thriller formalmente classica, in cui per esempio i “cattivi” sono figurine bidimensionali sulle cui motivazioni non viene mai gettata luce, nonostante il film si impegni a mostrare i punti di vista di tutti i personaggi verso i quali chiede empatia allo spettatore. Ultima apparizione per il compianto Alan Rickman.