Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi sulla scomparsa di Umberto Eco

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 Umberto EcoRIMINI – “L’intero territorio riminese si unisce al cordoglio del Paese per la scomparsa di Umberto Eco. Non è necessario in queste poche righe ricordare la vita e le opere di un intellettuale italiano ammirato e riconosciuto nel mondo; ma prima di tutto uomo attento e impegnato di un Paese che profondamente amava per quanto detestava il ‘cattivo uso’ che di esso spesso si è fatto e si fa.

Quello che invece desidero ricordare sono le mille connessioni tra Umberto Eco, Rimini, la Valmarecchia e il Montefeltro, luoghi della ‘sua anima’ nonostante fosse per definizione straordinario cittadino del mondo. Eco aveva individuato nel Montefeltro il suo ‘buen retiro’, a Montecerignone. Era un grande conoscitore di queste zone e di questi paesi. Qualche anno fa definì San Leo la città più bella d’Italia , spesso protagonista delle visite sue e dei suoi ospiti. Nel 2011, all’atto di ricevere la cittadinanza onoraria leontina, commentò scherzosamente: ‘Da 36 anni abito qui vicino e porto gli amici a visitarla: non ne posso più di far vedere la cella di Cagliostro’. E anche a Rimini Eco non si può definire un ‘ospite’ della spiaggia quanto ‘uno del posto’, che potevi trovare a Marina Centro sotto l’ombrellone a leggere qualcosa, senza la minima ombra dell’enfasi del personaggio famoso.

Ma Umberto Eco era innanzitutto un amico del territorio e delle comunità che si snodano tra Rimini e il Montefeltro. E come tutti i buoni amici dava preziosi consigli. Quando nel 2012 presenziò alla vernice del progetto culturale e turistico ‘Vedute Rinascimentali’ ricordò come l’Italia sia tra i primi posti al mondo per la sua alta percentuale di opere d’arte ma che, nonostante questo, non riesca a promuoverle a dovere: “Con questo progetto- continuò Eco- si sta realizzando una riscoperta e incremento della bellezza ma attraverso anche la scienza e la storia. Una bella sinergia perché questa riscoperta si appoggerà anche su rigorose dimostrazioni. Ora ci auguriamo possa avere anche uno sviluppo per poter creare economia.

É l’insegnamento e l’eredità che Umberto Eco lascia oggi, in particolare all’Italia.. La valorizzazione dell’arte, della cultura, della storia, dell’ambiente è l’unico futuro possibile per un Paese che altrimenti ha scarse possibilità di competere nel mondo. Non averlo fatto sinora è un grave peccato da cui però ci si può emendare senza perdere più tempo. Vale per l’Italia e vale per il territorio riminese. L’ultimo consiglio impagabile di un cittadino di mondo che amava e ‘riscopriva’ anche per noi i luoghi dove da sempre viviamo”.

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