È il caso delle lane (+42%), delle fibre sintetiche come poliestere, nylon e acrilico (+52%) è di prodotti chimici, come l’urea tecnica (+56%) o l’acido acetico glaciale, addirittura triplicato.
Domanda elevata, ma anche le difficoltà di approvigionamento e i costi della logistica sono alla base di questi rincari.
“Si tratta di un’ulteriore preoccupazione per le imprese del settore – ribadisce Gloria Trevisani – una nuova problematica che cade in un momento di per sé molto complesso. Peraltro, i rincari impattano sul cosiddetto monte della filiera che in questi anni sta affrontando le maggiori difficoltà. Occorre che tutta la filiera sia compatta nell’affrontare questi problemi insieme e i costi dovranno inevitabilmente essere spalmati su tutti gli attori dal monte a valle della nostra produzione, per la tenuta della nostra unicità di Made in Italy”.
“Peraltro – conclude la presidentessa di Federmoda – ci attendiamo che il governo intervenga sugli altri aumenti, a cominciare dall’energia. Alcune misure, come la sterilizzazione dell’iva sugli aumenti, possono essere immediatamente posti in essere”.
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