Il Consiglio comunale approva gli indirizzi di governo

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A favore i gruppi di maggioranza. Voto contrario delle opposizioni. Astensione di Modena Civica e di Modena per Modena

MODENA – Il Consiglio comunale di Modena ha approvato il documento di indirizzi generali di governo della città presentato dal sindaco Massimo Mezzetti nel corso della seduta di insediamento.

L’atto è stato approvato ieri, lunedì 8 luglio, con il voto a favore dei gruppi di maggioranza (Pd, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 stelle, Pri-Azione-Sl, Spazio democratico) e quello contrario di Fratelli d’Italia, Lega Modena, Modena in ascolto; astensione per Modena Civica e Modena per Modena.

Il sogno è necessario per governare con una visione di futuro. L’ascolto e il dialogo come metodo, il rispetto del Consiglio Comunale come condotta.
Nel replicare agli interventi dei consiglieri il sindaco Massimo Mezzetti ha esordito ricordando che: “Noi dobbiamo partire non da quello che abbiamo ma da quello che vogliamo, per realizzare grandi cose con un’idea e una visione della Modena del futuro.
Mi interessa poco sottolineare se e quanti elementi di discontinuità ci saranno nel governo dei prossimi 5 anni. La mia storia personale e politica, la mia cultura e formazione è sempre stata ispirata all’autonomia e all’indipendenza personale.
Per questo vi chiedo di giudicarci per quello che faremo, non per quello che è stato fatto prima di noi. Anche se non ho partecipato a quell’esperienza io non la disconosco ma non intendo neppure nascondere le criticità. Opereremo per risolverle perché sono convinto che anche chi ha votato per la nostra coalizione chiede un cambiamento”.

Il sindaco ha ricordato che tra le problematiche “ci sono questioni che dipendono da trasformazioni profonde che inevitabilmente hanno investito anche la nostra città. Modena come l’Emilia-Romagna e altri territori, sono stati caratterizzati da una forte coesione sociale che oggi registra segni di cedimento, sfilacciamento. La crescita e lo sviluppo non sempre sono state accompagnate dall’attenzione alle figure più fragili e deboli”.

E, facendo alcuni esempi ha aggiunto che “Ci fosse anche una sola persona che non riesce a trovare un tetto a Modena pur lavorando questo è un problema da risolvere.
Anche la solitudine è un problema reale perché anni fa non avevamo il 35% degli anziani over 74 anni che vivono soli o i giovani che, specie dopo la pandemia, si sentono invisibili nella loro solitudine. Modena non è estranea da questi problemi: dobbiamo investire di più sui luoghi della socialità e dell’aggregazione per gli anziani e per i giovani. Allo stesso modo dobbiamo investire sui bambini ripensando all’idea della città dei bambini del compianto assessore Benozzo e al pensiero di un grande pedagogista come Sergio Neri”.

Mezzetti è poi tornato sul tema dell’ascolto, assolutamente strategico: “Quando parlo di ascolto e dialogo penso che giunta e consiglieri hanno il dovere di non porsi sul piedistallo. Non abbiamo la scienza infusa ma dobbiamo porci in ascolto con modestia e umiltà per cogliere ciò che arriva dalla società e tradurlo in istanze. Il dialogo e l’ascolto come metodo.
La partecipazione è esattamente questo, il processo dialogico attraverso il quale si determina la costruzione comune tra chi amministra e chi è amministrato e dove entrambi non vivono l’altro come la controparte e l’avversario”.

Il sindaco ha citato Pums e Pug come processi e progetti presentati dalle precedenti amministrazioni che andranno implementati nella coerenza dell’idea di città che si ritrova nel Patto per Modena.
Infine, ha sottolineato il sindaco. “Il tema dell’ascolto non è solo per i cittadini ma qui in Consiglio. Seguirò sempre un atteggiamento scevro dalla pregiudiziale ideologica nell’interesse della città. Saremo rispettosi del Consiglio e presenti alle sedute”.

Uno degli ultimi passaggi è stato dedicato alla nomina dell’ex prefetto Alessandra Camporota, criticata in alcuni interventi delle minoranze. “Vi siete appellati a un Ministro, come Matteo Piantedosi, che mentre era Prefetto in carica è entrato a far parte di un Governo.
Criticare la mia decisione e poi appellarvi a un Ministro che ha costituito un precedente non mi pare corretto e per questo ho parlato di malafede”.