Confconsumatori ha partecipato attivamente alla realizzazione del film portando contributi costruttivi con le riflessioni, contenute nel documentario e nell’analisi dell’evento economico, e con l’intervento del vicepresidente nazionale dell’associazione Marco Festelli; inoltre, ha contribuito alla diffusione del docu-film realizzando eventi ad hoc aperti alla cittadinanza e alle scuole, arricchiti da dibattiti con docenti universitari ed esperti di settore sulla tutela dei risparmiatori traditi, nelle città di Parma, Grosseto e Prato.
Nei trentuno minuti de “Il Buio oltre il risparmio”, girati tra Empoli e Ferrara, Fabrizio Rizzi indaga l’aspetto umano, le ricadute reali di una operazione in cui l’onere di salvataggio delle banche viene scaricato sui piccoli azionisti e sui detentori di obbligazioni subordinate (molti dei quali ignari del fatto che i loro risparmi fossero stati investiti in questo modo). A parlare sono i truffati. L’anziana risparmiatrice non scolarizzata che nei documenti della banca viene definita investitrice esperta, il funzionario che consiglia alla vecchia compagna di scuola l’acquisto delle obbligazioni tossiche, la figlia che vede andare in fumo i risparmi degli anziani genitori e così via, in un vortice di situazioni che portano a galla lo scheletro di un sistema malato.
La vicenda delle vittime del devastante impatto del salvataggio delle banche popolari continua così a tenere viva l’attenzione su uno dei più devastanti contraccolpi del nostro sistema bancario. Già presentato al Ferrara Film Festival, in concorso all’International Film Festival of Uruguay e menzione speciale del Coffi CortOglobo Film Festival di Vietri sul Mare, lo scorso maggio “Il Buio oltre il Risparmio” è stato anche finalista al NIFF Festival di Londra come miglior documentario.
Come è stato possibile tutto questo? A guidare lo spettatore tra le pieghe di questa vicenda senza responsabili apparenti troveremo l’editorialista de La Stampa Marcello Sorgi ed Alessandro Banfi, direttore Mediaset.
Il male di cui si parla nel documentario ha però radici antiche, come dimostrano poi i richiami a figure importanti come Girolamo Savonarola, ferrarese e grande fustigatore dell’usura, ed a Leonardo da Vinci, nato in una terra, la Toscana, che già all’epoca rappresentava l’avanguardia del sistema creditizio europeo.
La voce narrante è di Massimiliano Buzzanca. Riprese di Francesco Manetti, montaggio di Claudio De Santis, mixaggio Giovanni Perez.
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