Rimini

I numeri del canile “Stefano Cerni” di Rimini

Nel 2021 presi in cura 141 amici a 4 zampe, 70 restituiti ai legittimi proprietari, 57 quelli che hanno trovato una nuova famiglia. L’errata gestione dell’animale, tra le motivazioni più frequenti delle 11 rinunce

RIMINI – Si chiude un anno – il 2021 – che anche per il canile Stefano Cerni di Rimini ha segnato numeri importanti in termini di adozioni e animali presi in cura. Risultati che trovano il loro epilogo più significativo nelle storie a lieto fine di alcuni di loro, come la sistemazione in una famiglia adottiva, magari dopo una brutta disavventura o peggio dopo incidenti o problemi di salute.
Come nel caso del cane “Mario” il mix maltese divenuto la mascotte del canile, che dopo l’incidente, l’abbandonato in strada e ben due operazioni, ha trovato una famiglia amorevole che si è presa cura di lui. Oppure anche “Leo”, il gatto che ha subito l’amputazione di una zampa e che dopo l’abbandono si è ammalto ma che poi, grazie ai proventi raccolti con le iniziative di solidarietà con cui si son state sostenute le sue cure, è riuscito a guarire.
Sono solo alcune delle storie che vengono raccontate con soddisfazione dagli operatori e dai volontari del canile “Stefano Cerni” che chiude anche questo anno con numeri molto significativi. La struttura di San Salvatore infatti – che attualmente ha 53 ospiti  (erano 50 nella fine del 2020) – ha registrato in ingresso nel 2021, un totale di 141 cani (erano 182 nel 2020 e 205 nel 2019),  a cui devono sottrarsi quelli restituiti nel corso dell’anno ai legittimi proprietari, che in tutto sono stati 70 (di cui 53 con chip). Numeri importanti se si considera anche la tipologia di cani che vengono gestiti in quanto si tratta per la maggior parte di maschi sopra i 25 kg, con età giovane.
Tra questi quasi 64 sono stati quelli ritrovati per omessa custodia dei proprietari, un problema che viene segnalato anche dai volontari del canile che invitano ad una maggiore attenzione per evitare che l’animale subisca lo stress della cattura e della custodia in un luogo non conosciuto.  28 sono invece quelli abbandoni e 11 sono le rinunce di proprietà. In linea con l’anno precedente il numero di cani – 57 – che sono stati affidati in adozione ai cittadini richiedenti (58 erano quelli adottati nel 2020).
“Quello delle adozioni raggiunte, anche per questo anno che si è appena concluso – ribadiscono gli operatori della Cooperativa Centofiori che gestisce il canile” – è un numero davvero significativo, se si pensa alle dimensioni della nostra struttura che può ospitare circa 40 cani. Inoltre i nostri ospiti a quattro zampe sono tutti adulti che vengono adottati in seguito alla rinuncia di proprietà (o alla mancata gestione) dei loro precedenti padroni. Nel 2021 infatti è arrivata solo una cucciolata. I cani una volta arrivati in canile vengono seguiti con un percorso di riabilitazione che permette di reinserirli in un contesto corretto per prepararli poi all’adozione.”
Una formazione indirizzata anche ai richiedenti l’adozione con un percorso fatto di consigli e informazioni tecniche che preparino i cittadini dalle settimane che precedono l’adozione fino a quelle successive. Una consulenza che accompagna la famiglia che adotta per gestire al meglio il cane nella propria casa e prevenire qualsiasi problematica. Tra le motivazioni più frequenti della rinuncia di proprietà infatti si registra un’errata gestione del cane. Rimangono abbastanza sensibili i dati dei cani che non hanno il microchip. Un fatto spiacevole in quanto oltre ad essere un obbligo di legge e un dovere verso i propri animali perché il microchip è un modo per dare loro una vera e propria identità.
“Rinnovo l’importanza per un’adozione consapevole – dichiara l’Assessora ai diritti e al benessere degli animali Francesca Mattei – Quando si decide di allargare la propria famiglia per prendere un animale, deve essere sempre una scelta ponderata e sicura. È necessario essere molto convinti e disponibili ad imparare a gestire al meglio l’animale. Una scelta che può essere presa solo affidandosi a professionisti del settore, e non alla libera iniziativa, per utilizzare tutti gli strumenti educativi che mettono a disposizione dei cittadini gli istruttori e gli operatori del canile. Voglio ricordare anche l’importanza dell’applicazione dei microchip che può essere effettuata solo da veterinari accreditati presso la Regione Emilia-Romagna. Sono loro che attuano l’intera pratica di iscrizione dell’animale evitando così al cittadino di doversi recare in Comune. Voglio esprimere un ringraziamento speciale a nome della comunità per tutti i volontari e le associazioni che fanno vivere il canile di Rimini”
Nonostante l’emergenza sanitaria si sono riorganizzati in questo anno appena terminato – con tutte le precauzioni previste – anche alcuni momenti di condivisione con la cittadinanza tipo gli open day, come l’ultimo organizzo prima di Natale. Un’occasione per far conoscere gli ospiti e promuovere le tante iniziative che ruotano intorno al canile utili a finanziare le cure e le attività per gli animali. Un altro modo per ricordare gli animali un po’ più sfortunati che cercano una casa.  La tutela degli animali è prevista da una specifica normativa regionale che promuove e disciplina la loro tutela condannando qualsiasi atto di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti e il loro abbandono per favorire la corretta convivenza tra uomo ed animali e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente. Per questo i proprietari di cani devono provvedere all’iscrizione del proprio animale presso l’Anagrafe Canina del Comune di residenza e comunicare all’ufficio tutte le successive variazioni (cambio di proprietà e di residenza, decesso o eventuale smarrimento del proprio cane).

Per informazioni: https://www.facebook.com/canilerimini –  Telefono: 0541/730730 –  3292255722

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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