CATTOLICA (RN) – Al “ mur di soranòm” di Cattolica arrivano alcune novità. Il muro, situato in Piazza del Mercato Coperto, si è arricchito di un pannello esplicativo e di piastrelle che lo abbelliscono creando una cornice. L’installazione dei nuovi elementi è stata effettuata dagli operai comunali e la conclusione delle operazioni è stata motivo di incontro per l’Assessore alla Cultura Valeria Antonioli, l’ideatore dell’opera Peter Tonti e Valeria Belemmi che ne aveva curato la realizzazione. “Al mur di soranòm” è un’idea nata del concittadino Peter Tonti. Oltre 300 cognomi e i relativi soprannomi in dialetto, raccolti nel suo libro “Genia Catulghina”, che si mostrano alla cittadinanza attraverso delle piastrelle, scritte dipinte a mano, che rivestono un muro in Piazza del Mercato coperto. Il simbolico taglio del nastro è avvenuto lo scorso mese di aprile. L’iniziativa ha avuto un gran riscontro, tant’è vero che nei giorni successivi sono stati i numerosi i cittadini che hanno espresso il desiderio di inserire il proprio soprannome di famiglia. Per soddisfare tali richieste si è intervenuto direttamente con colori a freddo sulle piastrelle che verranno trattate con apposite vernici di protezione nella prossima primavera. Il testo del pannello esplicativo è frutto di una ricerca di Maria Lucia De Nicolò che nel libro di Peter sottolinea come il dialetto, con il suo ricco vocabolario che per secoli sia “servito a denominare animali e piante, molteplici aspetti e fenomeni della natura, strumenti e azioni di lavoro, a spiegare anche metaforicamente usi e costumi, sentimenti, ansie, paure, è per le più giovani generazioni, una lingua morta”
L’assessore Valeria Antonioli ha accolto con entusiasmo la proposta di Peter Tonti che si è potuta concretizzare attraverso la collaborazione del Laboratorio di educazione all’immagine e il contributo della ditta Edilceramiche. “Ho sempre pensato – aveva spiegato la Antonioli – che solo i dialetti siano in grado di comunicare alcune sfumature legate a particolari emozioni. Ci sono dei modi di dire che non sono traducibili in Italiano, se non banalizzandoli”. “Il sentimento principale che ci trasmette il dialetto – aveva aggiunto il Sindaco Mariano Gennari – è quello dell’appartenenza ad una comunità. Comunità che si rivela tanto più coesa quanto più è in grado di coinvolgere anche i più giovani, di includerli e dedicare loro attenzione”.
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