Il provvedimento viene adottato per fermare la diffusione dei contagi, che continua ad aumentare a causa delle nuove varianti, anche fra giovani e giovanissimi, e per proteggere la rete ospedaliera, dove sono in costante crescita i ricoveri sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive. Sulla base dei dati e delle indicazioni della Ausl Romagna e informati i sindaci.
Negli ultimi 14 giorni, nel territorio di competenza dell’azienda sanitaria si è avuta una incidenza di 832 casi di positività ogni 100mila abitanti. Quanto ai ricoveri, 486 nei reparti Covid mentre le terapie intensive risultano occupate al 38%, al di sopra della soglia limite del 30%.
“La decisione di andare alla zona rossa e di chiudere le scuole è stata condivisa con i sindaci della Romagna, suffragata dai dati di aggravamento epidemiologico su tutto il territorio romagnolo- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. E non può che essere così, visti i dati che caratterizzano la curva pandemica in Romagna, compreso Forlì. Basti pensare che nelle ultime due settimane Forlì ha avuto una incidenza di 677 casi per centomila residenti – quando la zona rossa è prevista da 500 casi per centomila in su- più alta rispetto ai distretti di Lugo e di Ravenna ed in crescita costante. Anche la situazione ospedaliera è preoccupante, con 87 ricoverati per Covid ordinari (più 11 rispetto a ieri) e 6 in terapia intensiva al Morgagni Pierantoni, quindi con percentuali di riempimento che rischiano di mettere in grave difficoltà il presidio. Infine, sulla scuola si è registrato un aumento dei casi del 90 per cento in Romagna. Prima ci si rende conto della gravità della situazione- conclude-, prima se ne esce, non c’è altra via”.
Le principali restrizioni che verranno introdotte con la zona rossa, in aggiunta a quelle previste in arancione scuro – a partire dagli spostamenti, vietati sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi a eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, di salute o situazioni di necessità (come fare la spesa o l’acquisto di beni e servizi essenziali) – riguardano la chiusura di nidi e materne, la didattica a distanza al 100% per tutte le scuole dalle elementari e l’Università, lo stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie.
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