Assieme all’autore, che ricorderà le vicende della famiglia Cervi, protagonista della lotta antifascista nella provincia di Reggio Emilia, interverrà all’incontro la direttrice del Museo Antonella Guarnieri. Sarà inoltre presente il Coro delle Mondine di Porporana.
L’iniziativa è a partecipazione libera e gratuita.
LA SCHEDA a cura degli organizzatori
In prossimità delle celebrazioni del 72° anniversario della Liberazione, giovedì 30 marzo, alle 16, il Museo del Risorgimento e della Resistenza ospita Adelmo Cervi, figlio di Aldo, terzo, in ordine di età, dei sette fratelli, Gelindo, Antenore, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore, tutti nati a Campegine, in provincia di Reggio Emilia, figli di Alcide e di Genoeffa Cocconi, che vennero catturati dai fascisti perché convinti democratici, torturati ed uccisi, presso il poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre 1943.
Mezzadri e quindi affittuari, tutti i componenti della famiglia vissero nella convinzione che ogni scelta, sia quelle legate al progresso economico e lavorativo sia quelle relative alla partecipazione della famiglia alla Resistenza, dovessero essere prese di comune accordo.
E’ in questa logica che Alcide e i figli maschi, dopo l’inizio della II guerra mondiale, resero la propria abitazione un vero e proprio punto di riferimento del dissenso al regime fascista e, quindi, della Resistenza, quando Alcide costituì la cosiddetta “banda Cervi”.
Il padre sopravvisse ai figli e alla moglie, che morì poco dopo che, nell’ottobre del 1944, la loro abitazione venne incendiata dai fascisti, e continuò a raccontare, sino che ne ebbe la forza, la loro storia.
Adelmo prosegue con impegno a raccontare la storia della sua famiglia, comprendendo che questo è un modo vivo per tenere fede agli ideali democratici del nonno, del padre, degli zii e di tutta la famiglia.
La Costituzione repubblicana è nata dalla lotta e dal sangue di quanti, come i fratelli Cervi, provenendo da esperienze culturali ed ideologiche differenti, si unirono per lottare contro la dittatura.
Il libro “Io che conosco il tuo cuore”, edito da Piemme, che viene presentato, scritto da Adelmo Cervi con Giovanni Zucca, racconta quella storia terribile e meravigliosa assieme, dalla parte di un figlio e di un nipote per il quale, quelli che per gli italiani sono eroi che lottarono sino a perdere la vita contro il fascismo, erano prima di tutto la famiglia che non poté vivere e conoscere.
Ricordare l’antifascismo, la Resistenza, il 25 aprile e la Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo sono fondamentali in un periodo nel quale si cerca di affossare il ricordo di quanti dedicarono la vita alla lotta contro la dittatura e si cerca di allontanare dalla testa di tutti il ricordo di quanto di generoso, nobile, eroico, intelligente, il popolo italiano ha prodotto.
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