Ferrara: buoni spesa anche ai richiedenti asilo, il Comune resiste in giudizio

94

Fabbri: “Nostra priorità resta tutelare i cittadini costretti dal lockdown a non lavorare”

FERRARA – “Il Tribunale ci chiede di rivedere i criteri di assegnazione dei Buoni Spesa, anche a favore dei richiedenti asilo e degli immigrati con permesso di soggiorno breve, compresi quelli non residenti o appena arrivati a Ferrara. Noi, invece, continuiamo ad avere a cuore, prima di tutto, i diritti dei cittadini danneggiati dal lockdown e, per questo, ci opporremo al provvedimento”.

Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, interviene relativamente alla questione dei criteri con cui il Comune di Ferrara ha erogato i Buoni Spesa destinati all’emergenza Coronavirus. Con un ordinanza cautelare riferita ai ricorsi presentati, in appoggio ad alcuni immigrati (due dei quali già assegnatari dei Buoni Spesa) da Asgi e in seguito da Cgil Cisl e Uil, il Tribunale di Ferrara ha ordinato di riformulare i criteri di assegnazione, senza le clausole di priorità.

Un provvedimento che, di fatto, apre la possibilità a tutti gli stranieri domiciliati nel territorio, prescindendo dall’iscrizione anagrafica e dal titolo di soggiorno, di accedere alla misura. Contro questo provvedimento il Comune ha dato mandato agli uffici legali di presentare una opposizione in forma di reclamo, che sarà depositato entro la metà di maggio.

“La nostra ferma intenzione è continuare a tutelare i cittadini che da più tempo risiedono nel territorio e che per settimane, a causa del lockdown, non hanno potuto lavorare e sono stati danneggiati dal Coronavirus in termini economici. Tra questi non ci sono solo italiani, ma come dimostrano i numeri delle assegnazioni, sono compresi anche tanti immigrati che da tempo lavorano e vivono a Ferrara, senza alcuna discriminazione”, spiega il sindaco.

I criteri fissati dall’amministrazione sono stati scelti per “individuare in modo preciso le categorie più danneggiate dall’emergenza, come negozianti, baristi, estetisti, parrucchieri, privi di ammortizzatori sociali, ma anche lavoratori interinali, stagionali o cassintegrati che si sono visti ridurre lo stipendio improvvisamente o hanno addirittura perso il lavoro- aggiunge il primo cittadino -. Tra questi, in particolare, abbiamo voluto arrivare a quelle famiglie che mai, prima di oggi, si erano trovate a dove chiedere contributi o aiuti economici. E nel farlo abbiamo messo in atto la ratio del provvedimento ministeriale di assegnazione dei fondi per la solidarietà alimentare”.

Di fatto secondo i criteri fissati dal Comune di Ferrara “gli unici esclusi dalla possibilità di ricevere i Buoni Spesa sono i richiedenti asilo o quegli immigrati con permesso di soggiorno breve che, molto spesso, sono già destinatari di altre misure di sostegno. Per queste categorie come noto, esistono, già di norma, altri canali di aiuto economico che possono essere attivati anche in questa situazione di emergenza, senza intaccare il fondo destinato all’emergenza Covid 19 – conclude Fabbri -.

La nostra amministrazione non lascia comunque nessuno indietro, come abbiamo dimostrato assegnando 5000 euro ad un ente di volontariato che si è occupato di sostenere gli studenti libanesi che frequentano l’Università di Ferrara e che erano rimasti bloccati qui, senza la possibilità di ricevere aiuti dalle famiglie a causa della situazione nel loro Paese d’origine”.