Fermo taxi del 24 novembre, lettera aperta alla città

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emilia-romagna-news-24BOLOGNA – Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta dei sindacati alla città di Bologna,  in relazione al fermo di categoria in programma per il 24 novembre 2021.

NON SIAMO DISPONIBILI A DIVENTARE SERVI DELLE MULTINAZIONALI PER ARRICCHIRE QUALCHE MILIARDARIO INVESTITORE E TROVIAMO INCCETTABILE CHE LA POLITICA SI PRESTI A QUESTE IPOTESI

Gentili utenti,

Siamo spiacenti di non poter essere al vostro fianco e fornire i nostri servizi, ma non possiamo evitare di manifestare tutto il nostro dissenso rispetto agli interventi che potrebbero riguardare il nostro futuro.

Abbiamo sempre dimostrato responsabilità e attaccamento al territorio, ci siamo sempre stati, con abnegazione e assumendoci i rischi, anche durante questo lungo periodo di pandemia in cui il Governo si è dimenticato di noi. Ci siamo distinti per i trasporti sociali, del personale sanitario e delle persone che dovevano recarsi negli ospedali, correndo alti rischi personali sulla salute, ma questo era quello che andava fatto e non ci siamo tirati indietro, per noi svolgere la nostra attività non è una mera questione economica ma di attaccamento al territorio, di cui ci sentiamo parte attiva.

Svolgiamo il nostro lavoro al meglio delle nostre possibilità, a volte commettendo errori e con tutte quelle imperfezioni che solo chi ci mette il cuore commette, spesso poi quelli che sono percepiti come limiti e inefficienze del nostro servizio non dipendono nemmeno da noi, anche se ci prendiamo le colpe come se fossimo un qualunque Benjamin Malaussène di un romanzo di Pennac.

Premesso ciò la nostra categoria svolge un servizio pubblico essenziale rivolto a clientela indifferenziata, attraverso ditte individuali artigiane, cooperative e consorzi, non percepisce di finanziamenti pubblici e non siamo disponibili a diventare subordinati di una qualche piattaforma di intermediazione per imposizione.

La concorrenza anche se spinta all’estremo non dovrebbe mai riguardare i servizi pubblici o di forte interesse pubblico, nonostante qualcuno pensi di speculare su essi ci sono beni che non possono dipendere dal libero mercato, un esempio su tutto è l’acqua. Ma anche i trasporti rientrano tra questi servizi che devono essere regolati per evitare che il mercato definisca i prezzi approfittando della debolezza degli utenti, aumentando il costo dei servizi con l’aumento del bisogno di trasporto.

Il ddl concorrenza non può essere un pretesto per regalare la gestione della domanda a delle piattaforme di mera intermediazione rendendoci dei riders 4.0 del trasporto persone, attraverso un caporalato digitale imposto. La tecnologia non ci spaventa, abbiamo investito fortemente molto prima della nascita di qualunque piattaforma e siamo disponibili a ragionare su come essere più efficienti e migliorarci, ma senza snaturare o destrutturare quanto costruito con sudore e fatica.

Siamo stufi del loop costante che coinvolge la politica in interventi senza fine delle normative di settore. Tutto questo crea ansia e impedisce di pianificare investimenti e interventi, basta pensare che solo negli ultimi anni si è già intervenuti con la legge 4 agosto 2017 n.124, con la legge 11 febbraio 2019 n.12 e ora con il DDL CONCORRENZA 2021.

Buon senso avrebbe voluto che fosse portata a termine la revisione normativa iniziata nel 2017 e che la politica avesse avuto il coraggio di regolare l’operatività delle piattaforme di pura intermediazione, ponendo limiti e regole chiare per evitare comportamenti non corretti e distorsioni, ma pare sia molto più semplice inchinarsi alla finanza che tutelare il lavoro.

PER TUTTI QUESTI MOTIVI IL 24 NOVEMBRE I TASSISTI DI TUTTA ITALIA SI FERMERANNO

DALLE ORE 08.00 ALLE 22.00

A BOLOGNA NON SONO PREVISTE MANIFESTAZIONI, LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE SI TERRA’ A ROMA

DURANTE LA GIORNATA VERRANNO FORNITI I SERVIZI DI GARANZIA A TUTELA DELL’UTENZA DEBOLE E PRESSO I POSTEGGI PRINCIPALI DI BOLOGNA SARANNO ORGANIZZATI PRESIDI PER LA GESTIONE DEI DISAGI E PER FORNIRE ADEGUATE INFORMAZIONI AGLI UTENTI SUI MOTIVI DELLA PROTESTA