“DIECI E VENTICINQUE” di Alberto Giovannini Luca

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BOLOGNA – Il primo agosto del 1980, ventiquattrore prima della strage, Alberto Giovannini Luca si trovava nella sala d’attesa di seconda classe della stazione di Bologna. A quel tragico evento l’Autore ha dedicato prima un monologo teatrale, «Il ragazzo che amava il rock e scriveva poesie d’amore», ora questo libro.

Fausto, la voce narrante, è un ragazzo del 1958. Una vita di provincia, la sua, tra le colline della Val Trebbia, in provincia di Piacenza. Gli amici, la ragazza, la musica dei Settanta e degli Ottanta, la “leva”, le macchine, i genitori, le vacanze sulla riviera adriatica, la partita di calcio fra campanili, il primo impiego. Ma Fausto scrive poesie, ama il rock e non il liscio, ama Mariolina detta Lina, la pensione La Luna di Cattolica, i tortellini della mamma. Sulle note dei Dire Straits, dei Beatles, dei Led Zeppelin, la vita di Fausto si intreccia con i fatti della cronaca, sullo sfondo, Gagarin e Marilyn Monroe, Coppi e Bartali, l’uomo sulla Luna e l’austerity, Alfredino Rampi e Guerre stellari. Fino alle 10.25 del 2 agosto 1980.

Fausto è un personaggio della fantasia ma reale perché in lui si assemblano caratteri ed elementi di alcuni degli 85 martiri che persero la vita per quella bomba infame. Fausto è il nome di una di quelle vittime. La sua passione per il rock è quella del ragazzo di cui hanno trovato, vicino al suo corpo inerme, una cassetta dei Led Zeppelin. Il suo amore per la poesia è quello della ragazza, forse poetessa, che aveva tra i suoi effetti personali alcune poesie d’amore scritte di suo pugno. La sua data di nascita è un omaggio a quel 1958 che accomunava parecchie delle vittime. La sua provenienza: il piccolo paese di Ottone, in alta Val Trebbia, è invece la ricerca geografica di un punto di confine (tra Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Liguria) che comprendesse la provenienza del maggior numero possibile di persone (morti e feriti) legate, involontariamente, nell’esplosione, ma che nel contempo rimanesse nei confini della regione dove è stata perpetrata una delle più vigliacche tragedie.

Alberto Giovannini Luca è nato nel 1958 a Torino, dove vive e lavora. Nonostante la formazione scientifica, sin dagli anni del liceo ha maturato la passione per la poesia e per il teatro. È autore di canzoni e ballate. Ha scritto parecchi testi teatrali, portati in scena da diverse compagnie o interpretati in prima persona, fra i quali “Passaggio a Nord-Ovest”, 1995 e “E per compagna… la Luna”, 2011. Ha pubblicato varie raccolte di versi, tra le quali “Cinquantotto” per Neos edizioni.

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“DIECI E VENTICINQUE”
Il ragazzo che amava il rock e scriveva poesie d’amore
di Alberto GIOVANNINI LUCA 

«L’unica rottura di scatole è la stazione di Bologna. C’è sempre una confusione, un viavai di persone, specialmente ora con l’inizio delle ferie. Eppure, a Bologna, ben che vada, tocca starci almeno una quarantina di minuti. Così quando scendo dal regionale di Piacenza vado a cercarmi un posto nella sala d’attesa di seconda classe.»

Mi chiamo Fausto e sono nato il 3 gennaio 1958, alle porte dell’anno,
così mi piace dire.
Ho ventidue anni…
sono quarant’anni che ho ventidue anni.
Questa è la mia storia.