Dichiarazione di Chiara Bellini, vicesindaca con delega all’università del Comune di Rimini

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RIMINI – Dichiarazione della vicesindaca Chiara Bellini:

Il dato sulle immatricolazioni presentato oggi dal Rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, evidenzia un calo lieve ma generalizzato nelle immatricolazioni di tutto l’ateneo bolognese. Si tratta di numeri che rispecchiano sostanzialmente il trend di calo dei nuovi iscritti a livello nazionale, probabilmente ancora dentro l’onda lunga del post Covid. Per questo le variazioni tra un anno e l’altro possono avere variazioni sensibili, prima della stabilizzazione. Il Campus di Rimini si allinea a questo: il suo Campus è stato quello che più è cresciuto nei numeri negli ultimi anni, comprendendo la tenuta superiore alla media in un contesto di flessione generale come lo scorso anno. Quest’anno la flessione degli iscritti si assesta tra il 7 e l’8 per cento, ma si tratta di un numero che con ogni probabilità migliorerà, una volta ultimate le immatricolazioni ad Unibo di 700 studenti internazionali, che necessitano di tempi più lunghi. Come ricordato dallo stesso Rettore, Rimini ha in proporzione tra le presenze più numerose di iscritti internazionali, e una parte non trascurabile di quei 700 potrebbero proprio venire a studiare a Rimini, migliorando il dato dichiarato oggi. Un andamento ‘a fisarmonica’ che rientra in quella fase di assestamento dopo il lungo black out pandemico. Il dato va letto nella sua sequenza ma in ogni caso una riflessione è opportuna. E non può che essere una riflessione articolata sullo sviluppo futuro del campus riminese.

La prima riguarda la differenziazione degli investimenti dedicati dall’Amministrazione comunale per lo sviluppo del Campus di Rimini, che riguardano non solo gli spazi per la didattica e i servizi, ma anche quelli per la ricerca. Tra questi un ruolo di primo piano lo ha il Tecnopolo di via Dario Campana che, proprio in questi giorni, ha ricevuto un importante e fondamentale finanziamento su un bando regionale per l’ampliamento delle sue strutture, per circa due milioni di euro complessivi, di cui 700 mila euro investiti dal Comune di Rimini. L’interesse comune è quello di rafforzare le capacità di ricerca di una struttura strategica non solo per il campus di Rimini e i suoi ricercatori, ma anche per le imprese del territorio.

La seconda ci porta alla riflessione su UniRimini, e in generale l’Università a Rimini che, nonostante la progressiva crescita negli anni, probabilmente a causa della loro giovane età, riscontrano ancora criticità per quanto riguarda il contributo del tessuto istituzionale, sociale ed economico locale alla vita e alle prospettive dell’educazione accademica. L’amministrazione comunale ha, negli anni, ampliato il suo impegno, facendosi anche carico della uscita di altri partner. Un impegno che sosteniamo con convinzione poiché crediamo che l’Università abbia un ruolo imprescindibile nello sviluppo economico dei territori e nel consolidamento e nel progresso delle comunità dove l’Università di radica, ma che non può e non deve rimanere isolato. il maggiore coinvolgimento delle imprese, ma anche di altri asset territoriali pubblici e privati, è uno dei punti critici su cui è doveroso fare una riflessione se si considera davvero, come noi crediamo, l’università un bene di tutto il territorio.

L’ultima, già anticipata proprio in questi giorni, riguarda i diversi sopralluoghi avuti, e quelli  in programma, per rigenerare vecchie strutture ricettive ed avere più alloggi per gli studenti. Il piano, che segue le direttive del Regolamento Urbano Edilizio approvato dal Consiglio Comunale, ha l’obiettivo di convertire queste strutture dismesse in residenze studentesche cercando una risposta, seppur parziale, a quello che anche oggi è emerso essere, a livello di ateneo ma anche nazionale, una delle criticità principali.

Si tratta non solo di arginare i rischi di passi indietro, ma di farne in avanti, di impegnarsi oggi per raccoglierne domani i frutti, per costruire su basi solide il futuro del nostro territorio di cui l’università è attore virtuoso e strategico.