“Domenica, nel giorno di Pasqua, è stato arrestato in Sicilia il boss mafioso Giuseppe Calvaruso, ritenuto dalla procura antimafia di Palermo il capo del potente clan siciliano di Pagliarelli. Un giovane ‘manager’ di Cosa Nostra, che gestiva un notevole giro d’affari all’estero, mantenendo un saldo controllo del territorio nazionale. Alcuni organi d’informazione riportano un suo recente trascorso anche a Rimini dove, secondo queste notizie, collaborava con un’azienda attiva del settore edile dopo la sua scarcerazione del 2016. Un ‘passaggio’ nel nostro territorio che, al di là di ogni considerazione di merito, serve ancora una volta a richiamare la necessità di tenere altissimo il livello di attenzione sulle ramificazioni della malavita organizzata che rischiano di attecchire anche a Rimini, soprattutto alla luce della grave crisi economia che la pandemia sta alimentando e dalle difficoltà di imprese e aziende nella prospettiva della ripartenza post Covid.
Un fenomeno che nel nostro territorio coinvolge in primo luogo le attività del settore turistico, che per caratteristiche sono quelle più permeabili, ma che in passato ha dimostrato di sapersi insinuare anche negli altri settori cardini dell’economia locale. Ed è per questo che sono indispensabili iniziative coordinate, a partire dal recente rinnovo del protocollo sull’Osservatorio contro la criminalità organizzata, un progetto che consente di approfondire le dinamiche della criminalità organizzata nel territorio riminese, promuovendo la consapevolezza e conoscenza del fenomeno. Ma sono diversi i protocolli e i programmi di prevenzione e contrasto su vari aspetti più specifici come il contrasto al lavoro nero, la sicurezza sul lavoro, gli appalti, che spesso sono la spia di fenomeni di criminalità di più ampio raggio.
Il territorio in questi anni ha dimostrato innanzitutto una nuova consapevolezza dell’appetibilità del nostro tessuto economico agli occhi della malavita, consentendo quindi di alzare la guardia. Oggi abbiamo intessuto collaborazioni forti, che vedono la Prefettura, forze dell’ordine, istituzioni relazionarsi e lavorare in sinergia con categorie, ordini professionali, sindacati. Scambio di informazioni, dialogo, azioni condivise: questa è la strada per difenderci da chi tenta di avvelenare la nostra economia sana, è lo è ancora più oggi, consapevoli che le ferite lasciate dalla pandemia hanno reso l’intero sistema Paese più vulnerabile”.
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