Dichiarazione del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi

47

palazzo del municipio RiminiRIMINI – Dichiarazione del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi:

“Nel ringraziare a nome dell’intera comunità riminese la Procura di Rimini e la Polizia di Stato per l’operazione che ha portato all’individuazione e all’arresto di una persona per usura e minacce a un commerciante, voglio aggiungere una sintetica considerazione sulle ‘relazioni pericolose’ tra pandemia e criminalità. In assenza o nel balbettio di un sostegno rapido da parte del sistema Italia nel suo complesso alle imprese ormai in grave anossia di liquidità, si centuplica il rischio della penetrazione delle organizzazioni criminali che hanno forza economica e violenza come frecce nella loro faretra.

Servono inchieste, controlli, attività investigativa e di repressione – dimostratasi molto efficace anche in questa occasione a Rimini- ma soprattutto, oggi più di ieri, serve un’assunzione di responsabilità a carico di quello che si chiama Stato, che non è solo un Governo. Il sostegno economico e finanziario alle imprese va reso immediatamente disponibile: sentirsi dire ‘ci vogliono 40 o 60 giorni per ottenere i 25 mila euro di prestito o per accedere alla CIG’ potrebbe voler dire a imprenditori disperati di rivolgersi in quell’ ‘altrove’ molto più rapido che fa rima con criminalità. La rapidità invece deve essere parte integrante di quella garanzia che lo Stato italiano pone su questi fondi. Oggi i primi segnali di credito e liquidità cominciano ad arrivare. A questa velocità e esigenze deve corrispondere quello di stato e banche. Non solo una tantum ma mettendo nel conto (dello stato certo) un sostegno lungo tutta la fase 2 e legato all’innovazione che ci sarà dopo il Covid. Ciò significa coinvolgere e convincere anche l’enorme apparato burocratico (sia pubblico e privato).

Non solo: in questo discorso si deve parlare con verità anche del ruolo degli Enti locali, ormai anch’essi sull’orlo del dissesto finanziario a causa della crisi economica collettiva che per i Comuni si traduce in mancati versamenti di tributi. Se l’Italia non risponderà presente all’appello di Anci e Comuni, che hanno chiesto un fondo di almeno 5 miliardi di euro per coprire le voragini apertisi, vorrà dire tagliare servizi essenziali, non garantire quella protezione sociale, quell’aiuto locale all’imprenditoria e all’occupazione e quelle iniziative per rimettere in funzione il motore ora fermo, che diverranno con ogni probabilità ulteriore ‘terreno di coltura’ per chi ha cattive intenzioni e dalla sua ha soldi, rapidità, nessuno scrupolo e violenza.

Attenzione dunque a leggere gli episodi di cronaca come fatti isolati. Adesso occorre davvero stare molto attenti, intervenendo rapidamente ‘a monte’.”