Delegazione di Los Angeles al depuratore di Santa Giustina per approfondire l’innovativa tecnologia a membrane

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Responsabili dell’Ufficio Sanità e Ambiente e del Dipartimento Acqua ed Energia hanno visitato il depuratore di Santa Giustina di Rimini, il terzo impianto più grande d’Europa dotato di tecnologia di ultrafiltrazione a membrane

RIMINI – Da Los Angeles a Rimini per approfondire la tecnologia di ultrafiltrazione a membrane, per la quale l’impianto di Santa Giustina è il terzo più grande d’Europa, per valutare se utilizzarla nel loro depuratore Hyperion, un mega impianto da 1 milione di metri cubi di trattamento al giorno.

Con questo intento una delegazione dell’Ufficio Sanità e Ambiente e del Dipartimento Acqua ed Energia di Los Angeles, 4 milioni di abitanti per 1302 km quadrati di superficie, guidata dal direttore Enrique Zaldivar, ha visitato ieri il depuratore riminese di Hera.

I visitatori, accompagnati dai responsabili della multiutility, dagli impiantisti, dai progettisti e dai responsabili dell’azienda costruttrice delle membrane, sono rimasti entusiasti dell’alto livello tecnologico dell’impianto di Santa Giustina, in grado di trattare 30 milioni di metri cubi di acque reflue all’anno e proseguiranno il proprio tour a Barcellona.

Alla prima parte della visita ha partecipato anche l’assessore all’ambiente del Comune di Rimini Anna Montini che, dopo i saluti di benvenuto, ha evidenziato l’importanza dell’impianto nell’ambito del Piano di Salvaguardia della Balneazione Otttimizzato (PSBO) e per l’attività turistica della capitale del divertimento.

Il gigante hi-tech a difesa del mare di Rimini
Il depuratore di Santa Giustina, inaugurato il 23 giugno 2015, è l’intervento tecnologicamente più importante del Piano di Salvaguardia della Balneazione messo in campo dal Comune di Rimini, Hera, Romagna Acque e Amir.
Il depuratore di Rimini è ora il terzo più grande d’Europa (dopo quelli di Parigi e Bruxelles) con la tecnologia di ultrafiltrazione a membrana: si tratta di una struttura altamente innovativa e all’avanguardia che, grazie agli investimenti fatti dal 2011 (quasi 30 milioni di euro, oltre 40 se si contano anche i lavori per la realizzazione della Dorsale Nord), è in grado di servire 560 mila abitanti equivalenti durante la stagione estiva e 370 mila nel resto dell’anno. L’intervento si è concentrato nella realizzazione di una nuova linea depurativa con membrane a ultrafiltrazione, di una vasca di accumulo da circa 26 mila mc (quasi il contenuto di 10 piscine olimpioniche) e di un impianto di disinfezione finale che elimina batteri e virus.
Il vecchio impianto resta comunque attivo e continua a servire 220 mila abitanti, a cui si aggiungono i 340 mila del nuovo depuratore (ecco spiegato il totale di 560 mila abitanti equivalenti): cifre che corrispondono alle esigenze turistiche di Rimini durante la stagione estiva. Tutto questo con controllo dei cattivi odori, maggiore flessibilità gestionale ed affidabilità rispetto al vecchio impianto e utilizzando filtri naturali e quindi sostenibili.

Il percorso delle acque reflue
Il percorso di depurazione nel nuovo impianto è così strutturato: in un primo comparto di sedimentazione si procede a pretrattamenti per separare sabbia e olii, mentre nel secondo passaggio il compito di “pulire” i reflui viene lasciato agli stessi batteri presenti nell’acqua da depurare. Si tratta infatti del ciclo biologico: un processo che ha come principali protagonisti comunità di organismi viventi che, letteralmente, si nutrono delle sostanze inquinanti delle acque reflue, i cui residui possono essere facilmente isolati. Nel terzo passaggio si attivano le membrane a ultrafiltrazione: funzionano come delle piccolissime “cannucce” (del diametro di 0.04 micron, ovvero milionesimi di millimetro) e sono in grado di intercettare particelle microscopiche, per esempio virus, batteri o fiocchi di fango.