“SaGa Coffee: dare dignità al lavoro
La settimana scorsa sono stato a portare la mia solidarietà ai lavoratori, ma soprattutto alle lavoratrici della SaGa Coffee di Gaggio Montano. Dico soprattutto alle lavoratrici perché l’80% delle persone impiegate sono donne, che lavorano anche da 20 anni per le aziende che hanno preceduto la SaGa e che poi sono state comprate dalla multinazionale bergamasca Evoca. La quale oggi intende delocalizzare la produzione, unicamente per una logica di massimizzazione del profitto: non ci sono problemi di bilancio. Questo avviene in un territorio già duramente messo alla prova come quello del nostro Appennino, dunque avremo ricadute importanti si tutto l’indotto, che è anche cittadino.
Il tema delle delocalizzazioni tocca anche il Comune perché sono le infrastrutture e i servizi di welfare gli elementi che ci competono e che più di tutti “convincono” gli imprenditori a preferire Bologna, nonostante il costo più alto della manodopera.
Ecco perché siamo chiamati in causa anche noi. Ritengo che due possano essere le strade vincenti per il nostro territorio, tenendo conto della sua storia e della sua vocazione. La prima è quella di puntare sulla Green Economy. Abbiamo esempi virtuosi di aziende che funzionano molto bene in questo senso. Secondariamente si può incentivare la nascita di cooperative di workers buyout, di lavoratori che si uniscono per rilevare la propria azienda in chiusura. Papa Francesco ha affermato che “Ancora oggi tanti schiavi con la dignità del lavoro calpestata”. Lavorare è la “prima vocazione dell’uomo”, “dà dignità all’uomo” e la dignità “lo fa assomigliare a Dio”. La dignità del lavoro purtroppo però “è tanto calpestata” e non solo nella Storia. “Anche oggi ci sono tanti schiavi” costretti “a lavorare per sopravvivere” e “che vivono con la dignità calpestata”. Il diritto al lavoro è stato mercificato, i salari sono sempre più bassi; spesso si è costretti a effettuare più lavori per poter sopravvivere. L’ossessione di ridurre i costi del lavoro ha prodotto maggiori disuguaglianze, aumentate in modo esponenziale, creando persone non in grado di essere autosufficienti. Il lavoratore non è un attrezzo qualsiasi, non si affitta, non si vende. Il lavoratore è un uomo, ha una sua personalità, un suo amor proprio, una sua idea, una opinione politica, una fede religiosa e vuole che questi suoi diritti vengano rispettati da tutti e in primo luogo dal padrone.”
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