Le motivazioni lette in aula dalla presidente Manca
BOLOGNA – Si è tenuta ieri, nella Sala del Consiglio comunale a Palazzo d’Accursio, la cerimonia di consegna della pergamena con la Cittadinanza onoraria a Abdullah Öcalan, al nipote Ömer Öcalan.
Di seguito l’intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale, Maria Caterina Manca.
Durante la cerimonia, la presidente ha letto le motivazioni del conferimento (in allegato).
“Buongiorno a tutte e tutti,
saluto la Vicesindaca , le consigliere e i consiglieri, i componenti della Giunta, le autorità e personalità presenti e tutti coloro che ci seguono online.
Saluto e dò il benvenuto a Omer Öcalan, deputato al Parlamento Turco del Partito Dem, nonché nipote di Abdullah Ocalan, a cui e dedicata questa importante cerimonia, che ho l’onore di aprire, nella quale il Consiglio comunale di Bologna conferisce la cittadinanza onoraria ad Abdullah Öcalan.
La cittadinanza onoraria è uno degli atti simbolicamente più significativi che una città possa compiere: è un gesto che parla al presente e alla storia, che afferma valori, riconosce impegni e prende posizione.
E oggi Bologna, città antifascista, città della pace, dei diritti e della solidarietà, compie un atto che ha una chiara valenza politica e morale.
Nato nel 1949 in Turchia, Abdullah Öcalan è il fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), nato come movimento di resistenza armata alla repressione del popolo curdo.
Negli anni ‘90, durante la sua detenzione, il suo pensiero ha subito una profonda evoluzione: da una prospettiva marxista- leninista a una visione fondata sul “confederalismo democratico”, un modello di autogoverno basato sulla partecipazione dal basso, sull’ecologia sociale e sulla centralità del ruolo delle donne.
Dal 1999 è detenuto in isolamento nel carcere di massima sicurezza dell’isola di Imrali. Nonostante questo, la sua figura continua a rappresentare un punto di riferimento per milioni di curde e curdi, e il suo pensiero ha ispirato esperienze concrete di democrazia dal basso, come quella del Rojava, nel nord-est della Siria, dove si sperimenta un sistema pluralista, egualitario e inclusivo, in condizioni difficilissime.
Con questo conferimento, il Consiglio comunale ha voluto esprimere solidarietà a chi da oltre venticinque anni è prigioniero, in isolamento, per la sua lotta – non solo militante, ma anche intellettuale e culturale – a favore della libertà del popolo curdo, dei diritti delle donne, dell’autodeterminazione dei popoli e della convivenza tra etnie, religioni e culture diverse.
Il pensiero di Abdullah Öcalan, la sua evoluzione politica e filosofica, il suo impegno per un modello di democrazia radicale e pluralista – che oggi si riflette concretamente nella società del Rojava – sono un punto di riferimento per chi crede nella pace giusta, nella libertà e nella dignità umana.
Questa cittadinanza onoraria non è soltanto un riconoscimento simbolico: è anche un appello. Un appello alla comunità internazionale, perché si assuma la responsabilità di promuovere una soluzione politica e non militare al conflitto curdo. Un appello per la liberazione di Abdullah Öcalan, condizione necessaria per un processo di pace duraturo.
Bologna, con questo gesto, rinnova la propria vocazione internazionale e la propria capacità di essere città accogliente, attenta, coraggiosa.
Concludo ricordando che la pace non è solo assenza di guerra, ma presenza di giustizia, di libertà e di dignità per ogni popolo e per ogni persona. E oggi, con questo gesto, Bologna lo afferma con forza.
Ringrazio tutte e tutti coloro che hanno reso possibile questo percorso.
Ringrazio in particolare la Vicesindaca che consegnerà la cittadinanza onoraria a nome della città”.