Modena

Ciclista morto,trovato il conducente che l’ha investito

L’automobilista si è recato spontaneamente al Comando di via Galilei ammettendo l’incidente. La Polizia locale di Modena stava già cercando una Ford Mondeo

MODENA – Nella serata di sabato 11 settembre si è presentato spontaneamente al Comando della Polizia locale di Modena, accompagnato dal suo avvocato, l’automobilista che la sera prima aveva investito un 51enne di nazionalità marocchina in bicicletta, provocandone la morte.

Agli agenti di via Galilei l’uomo ha riferito di essersi allontanato dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso perché, non avendo visto il ciclista, in un primo momento non si sarebbe reso conto della gravità dell’accaduto; poi, apprendendo della notizia il giorno successivo, avrebbe capito quanto era successo. Si tratta di un 41enne di nazionalità italiana, residente in città, in altra zona rispetto a quella del cavalcavia Cialdini dove è avvenuto l’incidente che ha provocato la morte di un 51enne di nazionalità marocchina.

La Polizia locale, che conduce l’indagine per omicidio stradale e omissione di soccorso su mandato della Procura di Modena, era sulle tracce dell’automobile che nell’impatto aveva perso lo specchietto da cui era stato possibile risalire alla marca della vettura, una Ford Mondeo, e stava cercando di ricostruirne la targa attraverso eventuali immagini catturate dal sistema di videosorveglianza della zona.

“Oltre all’imperativo morale, che ciascuno dovrebbe sentire, di prestare soccorso in seguito a un incidente stradale – afferma il comandante della Polizia locale di Modena Roberto Riva Cambrino – l’esperienza insegna che con gli attuali mezzi investigativi a disposizione delle forze dell’ordine, difficilmente il responsabile di un sinistro, soprattutto se ci sono vittime, può farla franca. Prima o poi riusciamo a risalire all’automobile coinvolta e al conducente alla guida. Meglio quindi consegnarsi spontaneamente e ammettere quanto accaduto, ma soprattutto fermarsi e prestare soccorso, anche per non aggravare la propria posizione con il reato di omissione di soccorso”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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