Il fatto (le gabbie, infatti, per essere efficaci devono essere collocate nei pressi dei corsi d’acqua, sugli stradelli formati dalle nutrie e quindi perpendicolarmente al canale), aveva destato sospetti nella guardia volontaria che, dopo alcuni appostamenti, ha visto l’agricoltore mentre rimuoveva la gabbia contenente un esemplare di lepre.
Sul posto è giunta una pattuglia della Polizia provinciale, che ha accertato come la gabbia, con dentro l’animale, fosse già stata issata su una carriola per portarla via. Gli agenti hanno svolto l’intera attività di sequestro e identificazione dell’agricoltore, il quale ha cercato di giustificarsi qualificando l’utilizzo della gabbia da nutria come forma di prevenzione dei danni causati dalle lepri.
Tuttavia per il luogo, le modalità di utilizzo e una serie di informazioni fornitegli in precedenza nel corso di un sopralluogo da parte di tecnici per quantificare i danni, l’uomo è stato denunciato per caccia con mezzi non consentiti, oltre che per il periodo di divieto essendo la stagione venatoria conclusa alla fine di gennaio. Dopo l’autorizzazione del magistrato, gli agenti hanno provveduto all’immediato rilascio della lepre.
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