Buon Compleanno Gambalunga

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Martedì 23 aprile Rimini celebra con un intera giornata di festa i 400 anni della sua Biblioteca

RIMINI – La Biblioteca Gambalunga di Rimini compie 400 anni e la città di Rimini la festeggia con Gambalunga 400. Festa di compleanno in programma martedì 23 aprile, Giornata mondiale del libro. Una data simbolica, scelta per una festa che segnerà solo l’inizio di una serie di iniziative – presentazioni di libri, lezioni magistrali, mostre – che si svolgeranno nei prossimi mesi, per tutto il 2019.

E’ già partita del resto lo scorso 14 febbraio, giorno di San Valentino, l’iniziativa “Galeotto fu il libro”. La biblioteca è una lunga storia d’amore, un invito rivolto ai riminesi a testimoniare, in una lettera lunga al massimo dieci righe, il loro amore per il sapere, la lettura, la biblioteca. Una iniziativa che si riannoderà alla Festa di compleanno del 23 aprile, quando le lettere spedite dai cittadini verranno “restituite”, attraverso affissioni e letture, alla comunità.

Gambalunga 400. Festa di compleanno vuole rappresentare un “abbraccio” della città a un luogo e a una istituzione culturale che deve il proprio “esserci” al grande gesto di un mecenate: Alessandro Gambalunga, giureconsulto riminese nato il 14 marzo del 1554 e morto il 12 agosto del 1619. Fu nipote di un maestro muratore lombardo e figlio di un ricco commerciante di ferro che si era arricchito, oltre che con il commercio, con le doti delle sue quattro mogli. E’ grazie a lui, e al suo testamento redatto nel 1617 a Pesaro, che oggi la Gambalunga può vantare il titolo di prima Biblioteca civica e pubblica aperta in Italia. Alessandro Gambalunga destinò infatti alla città il suo Palazzo e la sua biblioteca, affinché fosse aperta a tutti, senza distinzioni di censo e religione.

Con testamento redatto dal notaio Simone Rossi, il Gambalunga affidò al Magistrato di Rimini i suoi libri (un patrimonio di oltre 2000 volumi), dettando precise disposizioni. Stabilì una rendita di trecento scudi per incrementare le raccolte, uno stipendio per il bibliotecario, “persona di lettere idonea et atta”, raccomandando un orario di apertura comodo al pubblico, che poteva consultare le opere solo in sede; previde inoltre una multa di cento scudi, da reinvestire in libri, per chi li avesse sottratti.

Si legge nel testamento:
“Inoltre voglio, e commando, (…) ogn’anno spendere in tanti libri a nominatione del bibliothecario, scudi trecento. (…) e s’habbino a porre con gl’altri suddetti nelle stanze da basso della mia casa, (…) a beneficio et uso principalmente di detto mio herede pro tempore, e poi anco di tutti gli altri della cità, che volessero per tempo nelle medeme stanze di detta mia casa andarsene a servire senza portarli fuori (…) (…) Et acciò detti libri s’habbino meglio e più lungamente a conservare, poiché concerne pubblico commodo, utile, et honore, supplico e priego il detto illustre magistrato, che sarà per tempo, come di cosa pubblica volersi pigliar cura con l’eleggere una persona di lettere idonea et atta per bibliothecario”.

Anche l’ultimo pensiero di Alessandro Gambalunga, prima di lasciare questo mondo, il 12 agosto 1619, è stato per la sua biblioteca. Il 9 agosto, dettò infatti un codicillo al testamento in cui indicava Michele Moretti, dottore in legge, “administratore de’ suoi beni, et bibliotecario”.

IL PROGRAMMA
Ma come fare degnamente festa ad una istituzione così carica di storia e significato? Innanzitutto con un’apertura straordinaria, dalle 8 del mattino alle 21 della giornata del 23 aprile, che offrirà la possibilità di effettuare visite guidate nelle Sale antiche (dalle 9 alle 19, prenotazione obbligatoria) mentre la Corte della Biblioteca ospiterà per l’intera mattinata l’iniziativa La biblioteca che vorrei (laboratori di disegni, ritratti, parole per i bambini dai 7 anni di età a cura di Georgia Galanti, prenotazione obbligatoria) e, dalle 15, Sussurri e voci dal paese dei libri, per bambini dagli 8 anni, con le straordinarie letture di Alessia Canducci. Nella Corte della Biblioteca verrà inoltre allestita l’installazione Galeotto fu il libro, a cura di Lia Cirielli e Concetta Ferrario.

Nel pomeriggio il clou della festa sarà in un altro luogo simbolo della città, il Teatro Galli, mentre in serata il gran finale avrà come palcoscenico il Teatro degli Atti. Protagoniste saranno quattro diverse personalità, autentici “maestri della parola”: come Luciano Canfora, grande storico e filologo, che nel pomeriggio di martedì 23 aprile terrà al Teatro Galli di Rimini (ore 17,15, dopo il saluto delle istituzioni) una lezione magistrale sulla Storia politica delle biblioteche; come anche Alessandro Bergonzoni e Marino Sinibaldi, colti e raffinati “giocolieri” della parola, che saranno insieme, sempre nel pomeriggio (ore 18,30) al Galli, in una Conversazione dal titolo “Leggi per il silenzio. Il raccoglimento del volume, tra consulto e inconsulto; infine Vinicio Capossela, cantore di mondi e ultramondi, di storie epiche, di amori, che in serata (ore 21) al Teatro degli Atti sarà il protagonista di un incontro dal titolo Ri-trovatori, uomini e bestie in libri e canzoni (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria).

Nella magica cornice del teatro ottocentesco restaurato la Festa di compleanno della Gambalunga avrà inizio alle ore 16,30 (ingresso libero e gratuito) per concludersi intorno alle 19,30 con due proiezioni speciali (una in apertura una in chiusura) che porteranno “virtualmente” la Gambalunga all’interno del Galli: si tratta di Voci dalla Biblioteca, videoregistrazioni dalle Sale antiche della Biblioteca Gambalunga delle esecuzioni di due brani, di John Cage e di Claudio Monteverdi, da parte della soprano riminese Laura Catrani e del musicista Claudio Astronio che l’accompagna al clavicembalo. Due momenti di grande liricità e suggestione.

Gambalunga 400. Festa di compleanno è una iniziativa del Comune di Rimini – Biblioteca civica Gambalunga, con il sostegno del Gruppo Sgr e il patrocinio dell’Istituto per i Beni artistici e Culturalidella Regione Emilia-Romagna.

BIBLIOTECA GAMBALUNGA
1619-2019

NUMERI, STORIE, CURIOSITA’
Ad oggi la Gambalunga possiede circa settantamila volumi di testi a stampa, di cui 382 incunaboli, e circa 7000 cinquecentine. I manoscritti sono invece all’incirca 1350.

In origine, la biblioteca personale di Gambalunga, che ancora in vita ne affidò le cure al bibliotecario Michele Moretti, contava 1438 volumi per poco meno di 2000 opere a stampa. Non c’erano manoscritti, ad eccezione di un’esemplare del ‘400 de Le Metamorfosi di Ovidio tutt’oggi conservato in Gambalunga.
Michele Moretti fu bibliotecario dal 1616 al 1649. A lui si devono le eleganti legature alle armi, note come gambalunghiane, realizzate a Venezia dal libraio Filippo Severini in marocchino rosso, pergamena naturale e pergamena tinta in verde. Tra i meriti di Moretti vi fu anche quello di incrementare il patrimonio librario fino a raddoppiarlo.
I precedenti di biblioteche aperte al pubblico in Italia furono l’Ambrosiana di Milano aperta nel 1609 dal cardinale Federico Borromeo (citata nei Promessi Sposi di Manzoni) e l’Angelica di Roma aperta nel 1614. Furono entrambe biblioteche eccelesiastiche. La particolarità della Gambalunga fu quella di essere stata promossa da un laico che scelse di coniugare la destinazione pubblica alla gestione civica.
I codici della Biblioteca Gambalunga offrono una interessante campionatura delle diverse stagioni e delle varie scuole della miniatura italiana. Il codice più antico è un Evangelario del tempo e dei santi di scuola beneventana datato XI secolo.
Nel Settecento Giuseppe Garampi, futuro arcivescovo, cardinale, nunzio apostolico e prefetto degli Archivi vaticani, riesce a fare donare alla Gambalunga incunaboli e codici della Confraternita di San Girolamo, tra cui il Passionario riminese del XII secolo e il De Civitate Dei scritto per Pandolfo Malatesta. Lui stesso, ancora in vita, donò alla biblioteca la Regalis Historia un altro manoscritto proveniente dalla biblioteca dei Signori di Rimini, mentre alla sua morte, nel 1792, donò 27 incunaboli, tra cui l’editio princeps de De re militari di Roberto Valturio e 86 codici.
Nella prima sala, del ‘600, si possono ancora osservare le scansie chiuse da una grata metallica: servivano a custodire i “libri proibiti” iscritti all’Indice dei libri proibiti della Chiesa Cattolica, come predisposto dal testamento di Gambalunga, che recitava: “far fare un armario appartato… et ivi rinchiuderli sotto chiave”.
A fine ‘700 fu acquistata l’edizione del 1758 dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alambert, libro proibito per eccellenza, disponibile alla lettura per chi avesse l’autorizzazione del vescovo.

I MANOSCRITTI
Della seconda metà del Trecento sono ad esempio i preziosi codici
La Divina Commedia Gradenighiana ovvero esemplata dal patrizio veneziano Giacomo Gradenigo raffinato poeta storico e letterato. Il codice riminese costituisce uno dei momenti più significativi dell’illustrazione veneta del poema dantesco.
Malatesti Regalis Historia: commissionata da Carlo Malatesta, narra in maniera mitica le origini del casato.
Del Quattrocento
De Civitate Dei eseguito per Pandolfo Malatesta, reca lo stemma dei Malatesta e l’iniziale raddoppiata PP. E’ probabilmente il codice più prezioso di proprietà della Gambalunga.
Metamorfosi di Ovidio Questo codice è stato miniato da un maestro anonimo che ha poi preso il nome proprio da questo codice: Maestro dell’Ovidio di Rimini, uno tra i più rappresentativi tra Venezia e Padova.

I TESTI ANTICHI A STAMPA
Una categoria speciale di testi antichi a stampa è quella degli incunaboli. Sono 382 quelli della Gambalunga. Tra questi, da segnalare, la prima edizione a stampa, arricchita da incisioni acquerellate, del De re militari di Roberto Valturio, consigliere di Sigismondo Pandolfo Malatesta.