Bologna

Anziani. Indagini su strutture di assistenza a Correggio (Re) e Sant’Alberto di Ravenna, la Regione intende costituirsi parte civile in entrambi i procedimenti

Il Sottosegretario alla Presidenza, Rossi: “Se confermati, fatti gravissimi e inaccettabili. Non possiamo accettare che il sistema di welfare dell’Emilia-Romagna e i valori comuni che contraddistinguono la comunità regionale possano essere associati a episodi così ignobili”

BOLOGNA– La Regione Emilia-Romagna intende costituirsi parte civile, in sede processuale, in merito alle vicende di presunti maltrattamenti ad anziani al centro di indagini di cui si è avuta notizia di recente e relative a strutture protette di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, e Sant’Alberto di Ravenna. Il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Andrea Rossi, annuncia infatti come sia stato dato mandato agli uffici legali della Regione di attivarsi in tal senso.

“Se le accuse dovessero essere confermate– spiega il Sottosegretario – saremmo di fronte a reati gravissimi e inaccettabili, che non possono rimanere impuniti. Sarebbe intollerabile, in ogni caso, prendere atto che in strutture che dovrebbero essere un luogo sicuro per chi è in una situazione di fragilità, possano accadere fatti che mettono a repentaglio non solo la salute, ma anche la dignità delle persone accolte. E non intendiamo certo rimanere indifferenti rispetto a tutto questo”.

“In Emilia-Romagna siamo abituati a prenderci cura di chi è in situazione di bisogno- sottolinea Rossi– per cui ringraziamo chi ha condotto le indagini che hanno consentito di far emergere fatti tuttora al vaglio della Magistratura. Siamo determinati a confermare il nostro impegno affinché le persone, specialmente se in stato di bisogno, siamo sempre rispettate e ricevano le attenzioni di cui hanno bisogno. Lo dobbiamo a loro stessi, ai loro famigliari e alla stragrande maggioranza degli operatori sanitari e sociosanitari che ogni giorno fanno il loro lavoro con impegno, professionalità e responsabilità, sia nelle strutture pubbliche del nostro sistema sanitario regionale sia in quelle private: anche pensando a tutti loro- conclude- non possiamo accettare che il sistema di welfare dell’Emilia-Romagna e i valori comuni che contraddistinguono la comunità regionale possano essere associati a episodi così ignobili”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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