Il ciclo di conferenze nazionali è organizzato dalla Societas Herpetologica Italica e ha come scopo principale quello di far conoscere al grande pubblico la bellezza e l’importanza di anfibi e rettili, descrivendone il comportamento e le peculiarità attraverso il racconto e la viva voce di ricercatori erpetologi impegnati sul campo e nei laboratori di musei ed università.
Il Museo di Ferrara affronterà quest’anno le problematiche relative a popolamenti, minacce e misure di conservazione delle tartarughe marine in Alto Adriatico, con gli interventi di Valeria Angelini della Fondazione Cetacea onlus, e di Olga Sedioli ed Emanuele Cimatti della Regione Emilia-Romagna, Servizio Tutela e Risanamento Acqua, Aria ed Agenti Fisici.
LE SCHEDE a cura degli organizzatori
Nel bacino dell’Adriatico la presenza di tartarughe marine risulta essere abbastanza numerosa in quanto è una zona di alimentazione molto importante per questi Rettili. La specie più frequente è Caretta caretta (Tartaruga marina comune); Chelonia mydas (Tartaruga verde) è sporadica nella zona a nord mentre nel sud e nel versante est la possibilità di incontro aumenta. Dermochelys coriacea (Tartaruga liuto) è molto rara.
I pericoli antropici in cui incorrono le tartarughe nelle acque adriatiche sono molteplici: inquinamento, traffico marittimo, attività di pesca. La raccolta di segnalazioni sugli spiaggiamenti di questi animali e sulle catture accidentali negli ultimi anni è diventata sempre più costante e accurata grazie alla costituzione di reti regionali per la conservazione delle tartarughe marine che vedono impegnati diversi Enti istituzionali e non, progetti nazionali ed europei che hanno implementato il monitoraggio, così da poter avere un quadro abbastanza realistico sulle problematiche di protezione delle tartarughe marine. La valutazione delle cause di morte, che può essere fatta in modo corretto e scientificamente rilevante ai fini statistici solo tramite le analisi necroscopiche, è però ancora carente.
Valeria Angelini è laureata in Scienze Biologiche all’Università degli Studi di Bologna, lavora in Fondazione Cetacea dal 2002 ed è socia dell’associazione. E’ referente per il settore educazione, progetti scientifici e gestisce l’ospedale delle Tartarughe marine per la parte biologica.
Olga Sedioli ed Emanuele Cimatti si stanno occupando della riattivazione del protocollo d’intesa triennale siglato nel 2012 per la costituzione della Rete Regionale per la Conservazione e la Tutela delle Tartarughe marine. problematiche di protezione delle tartarughe marine. La valutazione delle cause di morte, che può essere fatta in modo corretto e scientificamente rilevante ai fini statistici solo tramite le analisi necroscopiche, è però ancora carente.
(per ulteriori approfondimenti v. http://storianaturale.comune.fe.it/index.php?id=852)
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