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Alla scoperta degli animali più resistenti della terra con il quarto incontro del Darwin Day Ferrara 2019

Giovedì 7 marzo alle 21 al Museo di Storia Naturale in via De Pisis. Ciclo dedicato a “Evoluzione fino alla meno nove”

FERRARA – “I tardigradi: gli animali più resistenti della terra!” è il tema della conferenza di Roberto Guidetti (Università di Modena e Reggio Emilia) in programma giovedi 7 marzo alle 21 al Museo di Storia Naturale (via De Pisis 24), quarto appuntamento della tredicesima edizione del “Darwin day Ferrara”.

Il tradizionale ciclo di conferenze, tenute da studiosi e ricercatori e dedicato ad appassionati grandi e piccoli di temi scientifici, è promosso da Museo civico di Storia Naturale di Ferrara e Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara, in collaborazione con l’Istituto IMAMOTER del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) sede di Ferrara e con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) e della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica (SIBE).

Il tema conduttore di quest’anno è “L’evoluzione fino alla meno nove”, ovvero l’osservazione dei meccanismi evolutivi dell’evoluzione in organismi microscopici, traendo spunto dalla mostra in esposizione fino al 16 giugno presso il Museo di Storia Naturale di Ferrara dal titolo: “Nanomondo. Viaggio nel mondo fino alla -9”.

LA SCHEDA – È possibile vivere senza acqua? Un uomo non sopravvive più di una settimana senza bere, ma alcuni animali acquatici, che hanno evoluto delle singolari strategie, possono resistere molto più a lungo. Stiamo parlando dei tardigradi, detti anche “orsetti d’acqua”, esseri più piccoli di un millimetro che in determinate condizioni si seccano e sospendono completamente le funzioni vitali. Questi animali possono rimanere in questo stato (anidrobionte) per decine di anni, sopravvivendo alle condizioni ambientali più estreme (oltre 120°C e al di sotto di – 270°C, a radiazioni ionizzanti e a raggi UV, e persino al vuoto assoluto), finché una sola goccia d’acqua non li riporta nuovamente in vita. Non li vediamo, ma i nostri giardini ne sono pieni, proprio perché grazie alle loro straordinarie capacità oltre ad aver colonizzato tutti i continenti del nostro pianeta hanno anche dato prova di sopravvivere nello spazio. In futuro, conoscere i loro segreti potrebbe aiutarci a vivere meglio e più a lungo.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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