Ravenna

Al MIC di Faenza oggi visita guidata aperitivo e concerto di Cesare Basile in collaborazione con Strade Blu

FAENZA (RA) – Oggi, martedì 4 luglio, alle ore 21.30, STRADE BLU Festival e STRADE BLU Factory presentano CESARE BASILE e I CAMINANTI – @ Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.

A quasi due anni di distanza dal precedente “Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più” che è valso all’artista una seconda Targa Tenco per il miglior disco dialettale del 2015, Cesare Basile presenta il nuovo album di storie e canzoni, “U fujutu su nesci chi fa?”.

Un canto dell’anima buia e profonda, in dialetto siciliano, che si fa lingua e suono, oscuro e vivo, arcaico e contemporaneo al tempo stesso. E’ il suono del disco a marcare un fluire musicale totalmente inedito: è un mantra mediterraneo fatto di blues e di musica africana, di brani ipnotici spesso basati su uno solo accordo, di polifonie vocali e di controcanti femminili, di ossessive poliritmie percussive.

L’album esprime voglia di raccontare e di essere raccontato: come se le canzoni fossero pre-esistenti al momento in cui Cesare Basile è stato da loro trovato, nella sua veste di cantore dei “crocicchi” dell’anima scura e delle storie disperate in perenne ricerca del loro racconto.

Sono storie che parlano della volgarità del potere politico-economico che ci vorrebbe tutti schiavi e silenti a condurre una vita sana e regolare, senza responsabilità nelle scelte e con un mare di stronzate da consumare. La vera vita da desiderare. Quella per cui addirittura dovremmo ringraziare.

Il punto di vista umanista è in linea di continuità con il pensiero di Cesare: si tratta di storie e di canzoni che raramente trovano chi le canti, e che narrano, da una diversa visuale, della proiezione amara che tutti noi siamo oggi costretti a subire nelle lacrime e nel sangue degli oppressi e dei vinti, sopraffatti dalla brutalità del potere costituito che sempre più spesso e palesemente opera In barba alla vita umana e al suo sacro utilizzo, che viene così stravolta e calpestata, barbaramente umiliata, triturata e sputata fuori alla fine della catena di montaggio del dolore e del castigo. Che ben paga i potenti.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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