Cosa succede dopo, quando i riflettori della stampa si spengono sull’ennesimo caso di cronaca? C’è una vita che nessuno vede. La vita di chi resta ad affrontare quel dolore immane. Un dolore enorme che ricade per primo sulle piccole spalle di bimbi rimasti orfani. E su quelle dei parenti, nonni, zii, fratelli, sorelle, che delle conseguenze di quella tragedia si fanno carico. Con questa mostra da non perdere, Prandi mette in luce quello che nessuno vede.
“Il femminicidio e la violenza di genere sono fenomeni che hanno radici profonde nella società e nel ruolo attribuito alle donne – commenta l’assessora Gabellini -. Non possono bastare le leggi per arginare e sperare di eliminare questa violenza. È una lotta culturale, che parte dalla formazione delle coscienze. E questa mostra offre ulteriori strumenti per combattere contro ogni forma di discriminazione e di violenza sulle donne in quanto donne. Attraverso le parole e le immagini di Stefania Prandi abbiamo voluto portare a Cattolica un’esposizione che dia voce al fenomeno del femminicidio con dignità, guardando a quello che rimane dopo e alla vita di chi resta, provando a dare corpo ad assenze incolmabili”.
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