18Erfestival: “The Brazilian Soul” sabato 25 agosto a Comacchio

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COMACCHIO (FE) – Il 25 agosto alle ore 21.00, presso i suggestivi Trepponti di Comacchio, si esibirà per il XVIII Emilia Romagna Festival uno dei più grandi musicisti viventi, Egberto Gismonti. Il poliedrico polistrumentista brasiliano si esibirà al pianoforte con “The Brazilian Soul”, un concerto frutto di una vita passata alla ricerca dell’identità musicale della sua terra, tra classica, popolare e jazz.

Egberto Gismonti nacque in Brasile e ne inventò la musica. Prima di Gismonti, esistevano già i ritmi popolari, le danze, le chitarre frenetiche e i fiati europei, con tutti i suoni in ammollo nel calderone dei carnevali. Ma dopo Gismonti, quel calderone e quei suoni hanno finalmente un nome: quel nome è Egberto Gismonti. Nato musicista classico, da padre libanese e madre italiana, al pianoforte unì ben presto l’amore per la chitarra materna. La sua vita potrebbe essere definita come un lungo apprendistato prima della grande scoperta, la sola che avesse valore, quell’anima brasiliana che incessantemente Gismonti cercò tra le pieghe della classica e del jazz, da Maurice Ravel ai valzer viennesi, tra i ritmi popolari dei creoli e degli indios. Quest’anima brasiliana, “The Brazilian Soul”, che sarà evocata da Gismonti al pianoforte per il programma dell’Emilia Romagna Festival.

Tra gli studi degli strumenti più particolari, tra le invenzioni e le idee, tra la perizia nel clarinetto e nel pianoforte, nelle chitarre a sei, otto e dodici corde, tra la prima vita di studio passata in Brasile, ciò che colpisce di più, in una figura come Gistmonti, è una scelta particolare. A vent’anni, infatti, Gismonti vinse una borsa di studio per andare a studiare la classica a Vienna. Incredibilmente, il brasiliano rinunciò: già con le idee chiarissime, decise di rimanere in patria per cercare l’anima brasiliana. Divenne un maestro nel choro, unione di valzer, polca e ritmi africani. Imparò il frevo, il ritmo danzante che accompagnava le risse e i capoeristi durante i carnevali nel Pernambuco. Diede dignità al baião e al forró, finché non raggiunse quell’ideale di musica sempre cercato.

Ispirato dal compositore Heitor Villa-Lobos, Egberto Gismonti ebbe tre vite. La prima vita, fu una vita di studio e ricerca in Brasile. La seconda vita si svolse a Parigi, dove Gismonti divenne direttore d’orchestra e discepolo di Jean Barraqué e di Nadia Boulanger. Da lì partì alla conquista dell’Europa: fu ospite anche al Festival di Sanremo, incise i suoi primi LP, tenne tourneés in Francia e in Germania. La terza vita è invece la vita della consacrazione, con il ritorno in Brasile nel 1971. Incise il leggendario “Dança das Cabeças” con il percussionista Naná Vasconcelos, imparò a suonare il flauto dagli indios, divenne un artista di fama mondiale. Da allora il nome di Egberto Gismonti conobbe un’ascesa inarrestabile, arrivando ad assestarsi di diritto nell’Olimpo dei più grandi autori del ‘900.

Il concerto si svolgerà presso il complesso architettonico dei Trepponti, a Comacchio, situato sul lungo canale che collegava la città all’Adriatico, e ne era la porta fortificata. Costruito nel 1638, il Trepponti è il risultato dell’unione di tre ponti ad arco, in laterizio e pietra d’Istria.

emilia romagna summer festival
presenta

“The Brazilian Soul”
Egberto Gismonti, pianoforte

Sabato 25 agosto – ore 21.00
COMACCHIO – Trepponti

In caso di maltempo lo spettacolo verrà tenuto nella Sala Polivalente “San Pietro”, Via Agatopisto 7

Ingresso libero

In collaborazione con
Festival di Lubljana
Settimane Musicali Meranesi

Comacchio Trepponti – Un Mondo di Emozioni.

Curriculum artista
Figlio di una siciliana e di un libanese, Egberto Gismonti iniziò a suonare il pianoforte all’età di sei anni.
Dopo aver studiato musica classica per 15 anni, si trasferì a Parigi per studiare orchestrazione ed analisi con Nadia Boulanger, composizione con Jean Barraqué, allievo di Schoenberg e Webern.
Tornato in Brasile, passò un lungo periodo presso gli indios Xingù, dai quali apprese l’utilizzo del loro flauto. Dopo questa esperienza, Gismonti cominciò a vedere davanti a sé una realtà più ampia del mondo della musica classica, che aveva conosciuta sino ad allora. Era attratto dalle idee compositive di Ravel, ma anche dal “cavaquinho”, uno strumento a corde della musica popolare brasiliana, per certi versi simile alla chitarra. Gismonti ebbe inoltre altre influenze musicali dal jazz, dal choro, dalla bossa nova, dal rock e dalla musica classica brasiliana di Heitor Villa-Lobos.
Negli anni settanta, si dedicò allo studio della chitarra, cominciando con il classico strumento a sei corde e passando nel 1973 ad uno ad otto corde e successivamente ad uno a dieci corde. Trascorse due anni sperimentando diverse accordature dello strumento e ricercando nuove sonorità, ricorrendo all’uso di flauto, kalimba, sho, voce, campane, ecc. Durante la prima metà degli anni ’70 egli pose dunque le basi per la sua concezione attuale della musica, ascoltando e traendo ispirazione da musicisti molto diversi tra loro, come ad esempio Django Reinhardt e Jimi Hendrix, avvalorando così la tesi dell’assenza di contraddizione tra musica “popolare” e “seria”.
Tra le sue collaborazioni, si segnalano quelle con Pedro Aznar, Charlie Haden, Naná Vasconcelos e Hermeto Pascoal.

Info sul luogo

Indirizzo: Comacchio Trepponti

Programma dettagliato: www.emiliaromagnafestival.it

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Ufficio Stampa ERF
Michela Giorgini