Un inedito Marescotti nei panni dell’Arcangelo Gabriele a Bologna

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Dopo la Commedia e l’Orlando furioso, venerdì 30 settembre l’attore interpreta il poemetto di Cinzia Demi

ivano_marescottiBOLOGNA – Un inedito Ivano Marescotti andrà in scena con una lettura drammatizzata venerdì 30 settembre, alle 21, nella Chiesa di San Filippo Neri, a Bologna. All’interno di una cornice insolita per l’attore, egli vestirà i panni di un soggetto altrettanto estraneo ai suoi e perciò ancora più emozionante, l’Arcangelo Gabriele. Al suo fianco interpreterà Maria l’autrice stessa del poemetto, Cinzia Demi, che porrà l’accento sulla misericordia dai tempi dell’Annunciazione. Il libro, Maria e Gabriele. L’accoglienza delle madri (Puntoacapo 2015), potrebbe essere ambientato nei giorni nostri, in una caotica periferia italiana. Il mercato, ad esempio, potrebbe essere proprio quello bolognese. La serata fa parte del programma della Festa Internazionale della Storia, organizzata dall’Università di Bologna. Le musiche saranno di Paolo Santoro e l’ingresso gratuito.

«Ho affrontato il testo con qualche timore – afferma Ivano Marescotti – attingendo dal sacro l’ho considerato subito fuori dalle mie corde. Al di là della Commedia di Dante, non sono abituato a personaggi del genere. Seguendolo tra i versi, però, ho capito che Gabriele diventa umano e si lascia andare al turbamento di fronte alla tenerezza di Maria. E il turbamento in teatro è alla base dell’interpretazione, del trasporto dell’attore sul palcoscenico». L’Arcangelo Gabriele, una volta sceso dai cieli per compiere il suo dovere, cinzia-demiquasi s’innamora. A suscitare l’ispirazione della Demi è stata una tela del Gentileschi padre, lo sguardo dei due giovani ritratti e persi l’uno negli occhi dell’altro, semplicemente due ragazzi che s’incontrano per compiere un destino più grande.

«Accogliere significa donare parte di se stessi all’altro – prosegue Cinzia Demi – Lo sa bene ogni madre che accoglie il proprio figlio, qualunque esso sia, che si dona a lui in qualunque situazione si trovi. E questo racconta il primo capitolo, nel quale La casa di Maria ricorda al lettore di quante specie di accoglienza sia capace una madre. L’archetipo della figura materna, Maria di Nazareth, l’ho poi raffigurato con lo scorrere dei capitoli nelle varie sfaccettature di cui si compone: nella sua dimensione umana, di ragazza che cerca un abito da sposa, di donna che osserva il suo uomo e che si turba davanti alla presenza di uno sconosciuto che le piomba in casa e la guarda, di umile serva che accoglie il volere del Signore. La sua dimensione sacracopertina_demi di apostola, che loda per le strade del mondo la consapevolezza della propria missione, si afferma nel Magnificat finale, rivisitato per l’occasione. Nella narrazione poetica anche Gabriele assume sfumature diverse: a seconda che sia ragazzo sceso sulla terra e desideroso di conoscere i suoi coetanei, che sia uomo invaghito di una ragazza non sapendo che è colei alla quale dovrà portare l’Annuncio – e conclude – che sia Arcangelo che cede al più ben alto compito affidatogli, riprendendo il cammino con riflessioni filosofiche sul destino dell’uomo».