Ferrara

Ferrara: Rievocando una misteriosa vicenda di sangue del Seicento ferrarese

Giovedì 12 gennaio, alle 17, invito alla lettura nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea

FERRARA – Si propone di richiamare alla memoria una vicenda di sangue ferrarese accaduta nel Seicento e narrata nel volume “Spezieria ferrarese” (Faust Edizioni) l’appuntamento di invito alla lettura in programma giovedì 12 gennaio alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Nel corso dell’incontro a cura dell’associazione De Humanitate Sanctae Annae in collaborazione con Faust Edizioni, è prevista anche una rappresentazione filmata e l’intervento di storici e ricercatori locali.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Una misteriosa vicenda storica, sul finire del Secolo di Ferro, il ‘600 ferrarese, al cui centro si trova la figlia di un famoso speziale ferrarese, Margherita Violante Botticini, viene rievocata, grazie a un breve filmato e alla presenza di protagonisti teatrali, La Monaca innocente. L’avvincente storia viene narrata con delicatezza di toni e sensibilità dagli attori dell’associazione culturale ferrarese “De Humanitate Sanctae Annae”. Dopo aver scoperto e tradotto alcuni libelli in latino scovati nell’archivio di famiglia di un giudice ferrarese contemporaneo, il sodalizio ha voluto metterla in scena, per disegnare il profilo di una donna dall’intelligenza vivace che cerca di affermare la propria personalità di fronte alla protervia di interessi e norme maschiliste, sullo sfondo di una società ancorata a valori tradizionali e bigotti.
Tre noti ricercatori locali hanno approfondito i diversi aspetti di questa inquietante vicenda in due contributi del volume storico “Spezieria ferrarese. L’arte degli Speziali e i giardini dei Semplici”, recentemente pubblicata da Faust Edizioni (31 contributi, 29 autori tra docenti universitari, storici, studiosi di fama nazionale e internazionale). Un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio che porta il lettore curioso a scoprire come le conquiste del pensiero scientifico nella grande scuola medica del ‘500 ferrarese (da Niccolò Leoniceno ad Anton Musa Brasavola, da Michele Savonarola a Pietro Bono Avogari) siano state alimentate dai valori del mondo ellenico-romano, coltivati con amore creativo dai numerosi artisti e intellettuali della corte dei Duchi estensi.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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