Virtual street art e musica per il lancio del Centro Arti e Scienze Golinelli

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Mercoledì 11 ottobre performance all’aperto di Rusty con l’intervento musicale di Ezio Bosso

Musacchio&Ianniello1BOLOGNA – Musica e virtual street art per il battesimo del nuovo Centro Arti e Scienze Golinelli di Fondazione Golinelli.

In occasione del lancio dello spazio progettato da Mario Cucinella Architects, la cui apertura al pubblico è prevista per venerdì 13 ottobre alle 17 insieme alla mostra di arte e scienza “IMPREVEDIBILE, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà”, si terrà mercoledì 11 ottobre alle 19.15 una performance all’aperto di note e luce nel piazzale accanto a Opificio Golinelli (via Paolo Nanni Costa, 14).

L’evento inaugurale è progettato ad hoc per il nuovo Centro, metafora introduttiva al lavoro di scavo che caratterizzerà l’approccio al tema arte e scienza di Fondazione Golinelli. A cavallo tra musica e luce, la performance, inedita in Italia, è una narrazione concettuale della simbolica alleanza tra arti e scienze, specchio del pensiero che sostiene le progettualità future della Fondazione.

Al centro dell’appuntamento, le creazioni visive dello street artist bolognese Rusty che “dipingerà” la parete esterna del Centro Arti e Scienze Golinelli in dialogo con la musica del maestro Ezio Bosso che suonerà all’interno di Opificio Golinelli, ma che il pubblico all’aperto potrà seguire in diretta su un grande schermo.

Così, mentre la facciata del Centro si animerà con i colori virtuali di Rusty nello stesso tempo liturgico di 45 minuti si consumerà l’intervento musicale di Ezio Bosso, nel programma “Da Bach a Bosso”.

Per l’occasione il maestro sarà qui accompagnato dalla STRADIVARIfestival CHAMBER ORCHESTRA, alla sua seconda apparizione pubblica dopo il debutto al festival Stradivari di Cremona.

“Il filo conduttore dell’opera di Rusty – spiega Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli – sarà rappresentato da quattro scene: un bimbo che assiste allo scoccare della scintilla della conoscenza, simboleggiata dallo sfioramento degli indici di Dio e di Adamo nella Cappella Sistina; le conseguenze rappresentate dalla tentazione della conoscenza che il serpente offre sotto forma di mela; la tecnica che da quella scienza germina e che porta allo sviluppo tecnologico; l’attuale crisi di senso che il divenire tecnologico sembra recare con sè e la speranza, infine, che il rapporto arte e scienza possa aiutare quel bimbo e le generazioni future a riconquistare un senso complessivo dell’avventura umana e del cosmo che la ospita. Un unico evento, pensato nella stessa unità di tempo, secondo una doppia scansione – chiude il presidente Zanotti – la cui chiave di lettura è l’immaterialità dell’arte che si nutre dello spazio aereo di quel che riguarda la musica e che si raccoglie nella luce, matrice di tutti i colori, per quel che riguarda l’arte visiva”.

Nato dall’incontro fra Luca Ciancabilla, storico dell’arte e ricercatore dell’Università di Bologna, e Filiberto Strazzari, creativo esperto di new media (agenzia D-sign), virtual street art è un progetto sperimentale che a Opificio Golinelli vede la sua prima applicazione.

“L’idea – spiegano – è quella di dare vita a una performance in cui da un lato il mondo del graffitismo e della street art possano confrontarsi con le nuove tecnologie di realtà virtuale, dall’altro il mondo della realtà virtuale, che offre ad oggi esperienze personali “chiuse”, viene qui proposto come esperienza collettiva”.

GolinelliRusty, dopo aver indossato un visore, sarà catapultato in un ambiente virtuale che riproduce il Centro di fronte al pubblico. Nel mondo virtuale potrà camminare e dipingere usando la versione digitale dei consueti “ferri del mestiere”: stencil, bombolette e pennelli telescopici. Mentre l’artista dipinge sul modello in 3D, il suo operato viene proiettato in streaming, pennellata dopo pennellata, sul nuovo spazio della Fondazione grazie alla tecnologia del videomapping (a cura di due artisti della luce Martino Chiti e Nicola Buttari di Proforma). Il graffito virtuale viene quindi visto da tutti nel mondo reale. Non però secondo la consueta esperienza visiva, poiché le tempere, le vernici, i pigmenti saranno composti da luce pura.

“Da Bach a Bosso: una costante di tutta la mia esperienza musicale, il padre di ogni musicista che attraverso i secoli dialoga quotidianamente con tutti noi – scrive il maestro Ezio Bosso – fonte d’ispirazione continua per chiunque faccia musica, l’artista in cui vi è in nuce tutto il pensiero musicale, nonché primo compositore che chiarisce inequivocabilmente le relazioni strettissime tra musica e matematica, anch’essa a sua volta madre di ogni scienza, fondamento ineludibile dei progressi tecnologici contemporanei. Bach è da sempre pietra fondante del mio lavoro e questo happening sarà un nuovo capitolo di un lunghissimo dialogo che non finisce mai di riservare sorprese a me e al mio pubblico”.

La performance di Rusty è un gioco di luce che non lascerà traccia, a proiettore spento, se non in un hard disk.

La tabula rasa lasciata dallo spegnersi dei riflettori sarà invece scritta e colorata dai dieci studenti di III media della scuola secondaria di primo grado Maestre Pie, chiamati a esprimere la loro immaginazione e creatività su arte e scienza, ai quali Fondazione Golinelli affida una speranza di futuro che è già loro.

Ezio Bosso

Direttore d’orchestra, compositore, pianista all’occorrenza come ama definirsi, Ezio Bosso ha ricominciato una più intensa attività concertistica solo dalla seconda metà del 2015. Un percorso in crescendo che nel ’16, dopo aver portato oltre 100.000 spettatori nei migliori teatri con il suo recital per solo pianoforte considerata ormai la tournée di musica classica più importante della storia italiana, lo vede oggi reduce da una lunga serie di trionfi alla testa di alcune delle migliori orchestre italiane e internazionali nella riconquistata veste di direttore d’orchestra, dopo alcuni anni di forzata pausa.

Vale dunque ricordare l’Orchestra Filarmonica del Teatro La Fenice di Venezia a ottobre ’16 con cui è ritornato sul palco per la prima volta; l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, di cui è stato Direttore Principale Ospite e che ha trionfalmente condotto sia nel teatro della città a dicembre 2016 sia in Piazza Maggiore davanti ad oltre 10.000 persone con un successo di pubblico e attenzione che nella città non si ricordava da tempo immemore per l’Opening Act del G7 Ambiente; La Georgian State Opera and Ballet dove ha diretto il gala operistico con le dive del canto Nino Surguladze e Carmen Giannatasio per il tradizionale concerto benefico del Primo Maggio, concerto che ha visto oltre sette standing ovation ed è stato seguito da più di 4 milioni di persone collegate in diretta televisiva e web da tutto il mondo. l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra del Teatro San Carlo nella prestigiosa cornice della Reggia di Caserta, l’Orchestra Sinfonica Siciliana nel Teatro Antico di Taormina, l’Orchestra da Camera di Mantova, L’Orchestra da Camera Lituana con il solista Sergey Krylov. Dunque una serie impressionante di attesissimi debutti tutti sold out, coronati dal plauso di critica e pubblico, con una media di due standing ovation od ogni concerto. Impegni concentrati in pochi ma serratissimi mesi, caso forse unico nel panorama internazionale. Senza contare il debutto al celeberrimo KKL di Lucerna completamente esaurito, coronato da ben due standing ovation e oltre quindici minuti di applausi. Nei concerti sopra elencati Ezio Bosso ha toccato oltre 40.000 persone con programmi che spaziavano da Bach a Schubert, Beethoven, Mendelssohn, Puccini, Pärt e lo stesso Bosso.

Inoltre dalla primavera del ’17 Ezio Bosso è testimone e ambasciatore internazionale dell’Associazione Mozart14, eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi del Maestro Claudio Abbado e portato avanti con impegno raro dalla figlia Alessandra, una conferma del suo impegno didattico e sociale, che si incarna non solo nei suoi live dialoganti col pubblico, nelle sue lezioni aperte a tutti, nel continuo sforzo di aprire tutte le prove di ogni concerto orchestrale ma anche nell’attività svolta con Opera Pia Barolo e Medicina a Misura di Donna a Torino.

Mesi intensi che sono culminati nella nomina a Direttore Stabile Residente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste e hanno dato buoni frutti anche sul fronte della critica:
“il programma proponeva la Sinfonia Incompiuta di Schubert e due lavori dello stesso Bosso, in questo caso anche pianista, la cui musica si presenta come una sintesi tra le tendenze neo-spiritualiste riconducibili ad Arvo Pärt e un minimalismo alla Philip Glass, striato da alcune repentine e più drammatiche incursioni. In Schubert, sostenuto da un’orchestra in stato di grazia, Bosso ha scelto, con coerenza e non temendo di apparire eccessivo, di accentuare le intenzioni estreme ed opposte dell’Incompiuta: l’angosciata cupezza iniziale, la levità danzante di altri passaggi.”
Sandro Cappelletto – La Stampa giugno 2017

“Ezio Bosso dirige da Maestro l’Incompiuta di Schubert”
Guido Barbieri – La Repubblica giugno 2017

“Grande energia nel primo tempo con buon dettaglio contrappuntistico e cantabilità dolente nel secondo tempo; lo “Scherzo” ha molto sfumato il tactus ternario, mentre vigorosamente pulsante, il “Saltarello”, o meglio la “Tarantella” conclusiva, ha letteralmente mandato in visibilio il pubblico presente, emozionato, partecipe”
Dario Ascoli – Corriere del Mezzogiorno luglio 2017

“Bosso nel gesto racchiude musicalità istintiva e, allo sguardo del pubblico, contagiosa”
Stefano Valanzuolo – Il Mattino luglio 2017

“…Quando la musica si affida agli artisti, ha sempre ragione”
Angelo Foletto – Acuti giugno 2017

“Ezio Bosso a Trieste, il trionfo di un direttore vero….Miglior Testimonial di lui il teatro triestino non avrebbe potuto avere per la propria stagione sinfonica ufficiale. Per l’ardore che Bosso ci mette nel piacere del far musica, di stimolare la partecipazione del pubblico, di comunicare con l’orchestra governata con equilibrio in quel programma beethoveniano della “libertà” che accostava il grande Stupore, la Suspense della Leonora n. 3 all’esaltazione della Settima Sinfonia. Bosso ne sostiene la dialettica confermandosi un direttore “vero”, che ha salda consapevolezza formale. Della grande forma in questo senso. È invece la forma breve che prevale nelle due composizioni londinesi dello stesso Bosso: Split (Postcards from far away) e Rain, variazioni sinfoniche per pianoforte e orchestra di recente fattura e di analoga struttura. Muove, la prima, da una cellula di cinque note in un’area che sembra fondere gli echi “baltici” contemporanei a quelli italianissimi alla Rota che la fanno vorticare in una sorta di visionario ballo da Gattopardo. Muove, lo spunto postromantico della seconda, nell’ambito di un effettismo minimalista “suggestivo” a pronta comunicativa, che il pubblico ha molto gradito, acclamando l’autore/pianista e direttore.”
Gianni Gori – Musica settembre 2017

“…con enorme maestria e tocco felpato, melodia ritmica, s’è destreggiato in questo Arioso dal concerto N.5 di Bach. Dopo la pausa un Ezio Bosso dinamico ed impetuoso, direttore d’orchestra imperioso nell’articolazione della gestualità carismatica ed autoritaria delle sue mani e braccia, per la settima Sinfonia di Van Beethoven. Una vera cavalcata ritmica in crescendo, …scatenato, inebriante, parossistico, interattivo con un ”allegro con brio” che ha mandato in ”solluchero”, in un brodo di giuggiole, gli astanti del parterre e della gradinata. Infiniti standing ovation a Bosso, come ad un mago che l’aveva avvinti ed incantati per 90 minuti.”
Susanna Donatelli – Il Giornale dello Spettacolo 2017

Bosso nasce a Torino in una famiglia operaia ma sin dai precoci esordi dimostra quella tensione a superare ogni tipo di confine che ha caratterizzato tutta la sua lunga carriera. A sedici anni debutta in Francia come solista, compie poi gli studi di Contrabbasso, composizione e direzione d’orchestra all’Accademia di Vienna e collabora con diverse orchestre europee tra cui vale la pena di ricordare: Chamber Orchestra of Europe, Festival Strings Lüzern, Deutche Kammervirtuosen. Ricerca costante, versatilità, passione per la divulgazione, e generosità sono i tratti distintivi del suo percorso artistico ed è ricca la lista delle collaborazioni con prestigiose istituzioni musicali e con stagioni concertistiche dove si è esibito come compositore o esecutore, come direttore d’orchestra o membro di formazioni cameristiche, tra le tante: Royal Festival Hall di Londra, Sydney Opera House, Palacio de Bellas Artes di Città del Messico, Teatro Colón di Buenos Aires, Carnegie Hall NYC, Teatro Regio di Torino, Houston Symphony, Festival di Perelada, Teatro Carlo Felice di Genova, Lac Lugano, Parco Della Musica di Roma, Vilnius Phliarmonje, St Martin in the Fields. Vincitore di importanti riconoscimenti, come il Green Room Award in Australia (ancora  oggi unico non australiano premiato) o il Syracuse New York Award in USA, la sua musica è commissionata o utilizzata dalle più importanti istituzioni operistiche mondiali come Wiener Staatsoper, Royal Opera House, New York City Ballet, Théâtre du Châtelet, San Francisco Ballet, Teatro Bolshoij di Mosca per citarne alcune, ma anche da prestigiosi coreografi e registi di fama. A Londra, dove vive, è stato direttore Principale e artistico di The London Strings.

Tra le tante Orchestre dirette negli anni prima della sua pausa dovuta a un delicato intervento chirurgico e alla malattia neurodegenerativa con cui convive, ricordiamo:, London Symphony Orchestra, Tschech National  Symphony, Orchestra da Camara de Madrid  L’Orchestra del Teatro Regio, L’Orchestra Filarmonica del Teatro Regio di Torino, L’Orchestra dell’Accademia della Scala di Milano, L’orchestra Regionale del Lazio, L’Orchestra da camera di Torino, Wien Residenz Orchester, Bonn Kammer Orchester, L’orchestra dell’Accademia Mozart, L’Orchestra Verdi di Milano, La Sydney Youth Orchestra.
Importanti anche le collaborazioni con grandi solisti, come Mario Brunello  con cui ha avuto una intensa collaborazione in duo, con Francesco Manara (Prima Spalla della Scala), Roberto Gonzalez (Spalla dell’orchestra dell’accademia di Santa Cecilia di Roma), e fra cui vale ricordare il rapporto fraterno che lo lega al violinista Sergej Krylov. Nel ‘15 The Arts News Paper (il più autorevole periodico di arte a livello mondiale) e Penelope Curtis, direttore di Tate Britain, hanno definito il suo concerto alla Ikon Gallery “l’evento artistico dell’anno nel Regno Unito”. Nello stesso anno è stato scelto dall’Università Alma Mater di Bologna per scrivere e dirigere la sua Quarta Sinfonia dedicata alla Magna Charta delle Università Europee e che contiene il primo inno ufficiale di questa istituzione mondiale.

Ezio Bosso è artista worldwide di Sony Classical International, che ha pubblicato i suoi ultimi lavori “The 12th Room” Disco D’oro con oltre 50.000 copie vendute, l’antonologia “Ezio Bosso… and the things that remain (from 2004 to the present day)” e “The Venice Concert” con Sergey Krylov Solista al violino ovvero il live che fotografa il suo ritorno sul podio alla Fenice in tutto il mondo. Presto verranno pubblicate le sue tante registrazioni mai uscite in disco.

STRADIVARIfestival CHAMBER ORCHESTRA

E’ un progetto che nasce per lo STRADIVARIfestival sotto la supervisione di Ezio Bosso, al fine di creare un gruppo orchestrale d’archi da portare al debutto nell’ambito della prestigiosa rassegna intitolata al più grande liutaio della storia.

L’ensemble raccoglie musicisti provenienti dalle migliori orchestre e compagini cameristiche italiane ed europee, capace di spaziare con disinvoltura nei repertori, negli stili e nel tempo, appunto “da Bach a Bosso”. Un gruppo nato con una vocazione per la musica come arte trascendente attraverso un’approfondita ricerca, rigore e meticoloso studio.  Ma anche con un profondo senso di appartenenza, di coinvolgimento e di sacrificio, amore per la condivisione, l’amicizia e la divulgazione.

Tutti elementi fondanti di quel principio ormai noto e così caro al maestro: il “fare musica insieme”, l’unica vera strada per arrivare alla musica come gesto liberatorio, di crescita sociale ed individuale, di abbattimento delle barriere di ogni tipo, fondamentale per l’esistenza umana e per la musica stessa.

Ezio Bosso commenta: “La musica ci rende fratelli, è ciò che provo per ogni musicista con cui abbia avuto la fortuna di collaborare, ma è anche ciò che penso ogni volta che la condividiamo. Sia che ‘si mettano le mani’ o no. E’ una delle tante magie che crea. In quel tempo che trascende ogni tempo.” E ancora: “Fratello ha una origine meravigliosa; deriva dal sanscrito Bhar, ‘nutrirsi insieme, sostenersi’. Grazie allo STRADIVARIfestival  sono felice di presentarvi alcuni dei fratelli incontrati nella mia fortunata vita, alcuni sono con me praticamente da sempre, altri li ho incontrati un pò per volta. E I fratelli sognano insieme, perchè anche il sogno è un nutrimento fondamentale. ”