”Viaggio nel ‘900”: l’eminente dantista Emilio Pasquini parla di “Eugenio Montale 1965: Dante ieri e oggi”

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Sabato 27 febbraio alle ore 17 nell’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana

CESENA – Si intitola “Eugenio Montale 1965: Dante ieri e oggi” la conferenza che l’eminente dantista , professore emerito presso l’Alma Mater Studiorum terrà sabato 27 febbraio, alle ore 17, nell’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana.

L’incontro fa parte del programma di “Viaggio nel 900: il secolo breve”, ciclo di incontri promosso dall’Associazione Amici della Biblioteca Malatestiana per approfondire la storia culturale del secolo scorso.

L’intervento del professor Pasquini prende spunto dall’affermazione centrale di Montale nel suo discorso finale al Congresso per il settimo centenario della nascita di Dante (tenutosi a Firenze in Palazzo Vecchio il 24 aprile 1965), a proposito del paradosso secondo cui “Dante non è moderno; il che non può impedirci di comprenderlo e di sentirlo stranamente vicino a noi”. Parte da qui una serie di colpi d’obiettivo su casi di intertestualità dantesca nella poesia montaliana, dal celeberrimo “Meriggiare pallido e assorto” (negli “Ossi di seppia”) ai” Mottetti” nelle Occasioni, fino ai vertici della “Bufera” (specie in un capolavoro come “Voce giunta con le folaghe”). Il tutto sullo sfondo della diversa posizione del maggior critico del nostro Novecento, Gianfranco Contini, per il quale (come egli affermò nell’intervista del 1988 a Ludovica Ripa di Meana) “Dante è un immenso poeta popolare”, dotato di “una universalità che rompe gli schemi, e soprattutto gli schemi di una letteratura non-popolare”.

Emilio Pasquini (Padova, 1935), professore ordinario di Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna dal 1975, e è stato Direttore del Dipartimento di Italianistica dello stesso Ateneo dal 1996 al 2002. Fra i maggiori studiosi di Dante, è stato presidente della Società Dantesca Italiana e si è occupato di aspetti rilevanti della cultura tre-quattrocentesca, fornendo importanti contributi filologici.