Parma

I vantaggi della dieta mediterranea: uno studio dell’Università di Parma

La ricerca, publlicata su “Gut”, realizzata in collaborazione tra l’Unità di Nutrizione e quella di Microbiologia del Dipartimento di Scienze degli Alimenti, suggerisce che seguire una dieta mediterranea ha un positivo effetto sul microbiota umano e sul metaboloma in soggetti sani

PARMA – Una dieta ricca di alimenti di origine vegetale, come quella mediterranea, aiuta a promuovere la salute e a ridurre il rischio di patologie. La conferma viene da uno studio dell’Università di Parma pubblicato sulla prestigiosa rivista di gastroenterologia ed epatologia “Gut” (http://gut.bmj.com/content/early/2015/09/03/gutjnl-2015-309957.abstract)

Lo studio è stato realizzato nell’ambito del progetto PRIN (Programmi di Ricerca Scientifica di Rilevante Interesse Nazionale) “Microrganismi negli alimenti: studio del microbiota e del relativo metaboloma in funzione della dieta onnivora, vegetariana e vegana”, di cui è referente scientifico per l’Università di Parma il prof. Erasmo Neviani del Dipartimento di Scienze degli Alimenti, ed è stato condotto in collaborazione con la prof.ssa Nicoletta Pellegrini dell’Unità di Nutrizione Umana dello stesso Dipartimento. Obiettivo: valutare come diverse diete siano in grado di influenzare la composizione del microbiota orale e fecale e il relativo metaboloma.

Durante lo studio sono state raccolte informazioni sulla dieta abituale di 153 adulti che si erano autodichiarati onnivori, ovo-latto-vegetariani, o vegani, e che vivono in quattro città italiane geograficamente distanti. Insieme alle informazioni sulla dieta, sono stati raccolti anche diversi campioni biologici. L’analisi di questi campioni ha permesso di determinare l’effetto della dieta sulla popolazione microbica dell’intestino e sui prodotti del suo metabolismo (metaboloma).

I risultati hanno confermato che il consumo abituale di diete vegetariane e vegane ricche di ortaggi, frutta e legumi promuove la presenza di microrganismi intestinali in grado di utilizzare le fibre, di cui questi alimenti sono fonti. In particolare, i Bacteroides sono risultati più abbondanti nei campioni di feci di coloro che hanno una dieta prevalentemente a base vegetale, mentre i Firmicutes prendevano il sopravvento in coloro che hanno una dieta prevalentemente basata su prodotti animali. Entrambe queste divisioni di microrganismi contengono specie microbiche che possono utilizzare i carboidrati complessi (da pasta, pane e cereali) come fonte energetica con la conseguente produzione di acidi grassi a catena corta, acidi organici a cui si riconosce una valenza protettiva nei confronti di diverse malattie.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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