Prof. Saccani: “Attraverso alcuni resti dell’antica litosfera oceanica sarà possibile ricostruire la storia di questi oceani e quindi conoscere la paleogeografia di quest’area, che è tra le meno studiate al mondo”
Obiettivo della missione, che si è tenuta dal 31 gennaio al 14 febbraio, è stato lo studio dei resti di grandi oceani e archi vulcanici che tra 160 e 80 milioni di anni fa erano localizzati ai margini meridionali della Placca Euroasiatica.
“Questi oceani – ci spiega Saccani – si sono successivamente chiusi a causa dello spostamento verso nord della Placca Araba per mezzo di movimenti tettonici, che continuano tuttora, e che hanno dato origine alla nascita della catena del Makran, nella parte centrale del Baluchistan, una vasta regione a cavallo fra Pakistan e Iran. Gli antichi oceani sono in gran parte scomparsi al di sotto della Placca Euroasiatica. Tuttavia, alcuni resti dell’antica litosfera oceanica (ofioliti) si sono preservati all’interno della catena e hanno costituito il nostro obiettivo di ricerca. Dallo studio di queste rocce, attraverso le analisi di terreno e di laboratorio, sarà possibile ricostruire la storia di questi oceani e quindi conoscere la paleogeografia di quest’area, che è tra le meno studiate al mondo”.
Lo studio scientifico si inquadra nel programma di ricerca “Darius”, finanziato da un pool di compagnie petrolifere, che coinvolge numerosi ricercatori europei e mediorientali, fra cui il Prof. Saccani.
La missione in Baluchistan si è svolta in zone molto difficili dal punto di vista di accessibilità e logistica ed è stata possibile grazie all’utilizzo di guide locali e di fuoristrada.
Queste difficoltà tuttavia, non hanno impedito ai docenti ferraresi e pisani di raccogliere importanti dati di terreno e numerosi campioni di rocce in aree geologicamente significative.
“La missione – conclude Saccani – segna l’inizio di una nuova e importante collaborazione scientifica tra i due Atenei, che si inquadra nell’apertura dell’Iran ai rapporti con i paesi della comunità europea. Dai colloqui con il Rettore della Kharazmi University è emerso il desiderio di instaurare, in un prossimo futuro, rapporti formali fra i nostri Atenei. É prevista la prosecuzione delle ricerche grazie ad una seconda campagna di terreno in Baluchistan programmata per la fine del 2016. Inoltre, grazie ad accordi preliminari con l’Ambasciata Italiana a Teheran, nel 2017 nella città iraniana si terrà un’iniziativa dedicata alle ricerche condotte”.
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