‘Scurs e fat’: versi e rime in dialetto ferrarese per sorridere e riflettere

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Mercoledì 4 ottobre 2017, alle ore 17, la presentazione del libro di Carletto Fedozzi nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea, in via delle Scienze 17, Ferrara

fedozzi_scale_600x300FERRARA – Raccontano scene di vita e ricordi di un tempo le poesie in dialetto ferrarese firmate da Carletto Fedozzi e raccolte nel libro ‘Scurs e fat (da tgnìr da cat)’ che oggi, mercoledì 4 ottobre 2017, alle 17 sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via delle Scienze 17, Ferrara).

Il volume è composto da diciotto poesie in dialetto ferrarese accompagnate dalle illustrazioni di Luigi Padroni, con la prefazione di Marco Chiarini.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori

I componimenti poetici rimati e ritmati, con assonanze e metafore, fanno di volta in volta sorridere, riflettere, evocare.

Ecco, quindi, alcuni temi essenziali come la grandezza dell’universo “E am sent tant piculiη, / cuntent d’esar al mond…” , o l’importanza della famiglia “La sira, a l’imbrunir, da star a ca da mi, / as ved j’uslin che, a frot, i torna int i so nid…” , oppure la felicità in un dono ad un bambino “Di picul mandariη, / cuacia co la stagnola…”.

Non mancano le immagini del lavoro “Poch distant, al cant dill donn, / a l’impar, ch’ill zapa ill bietul…” , i riferimenti alla campagna “Che bel a l’ombra d’n’olam / sul’arźan a scultar…”, allo sfruttamento agricolo intensivo “A la tera as tira al col…” alla socialità nel borgo “e ill donn, dop zena, / ill s’ santava in tond a far filo…”.

Traspare l’ironia del poeta nei luoghi comuni “ill meźi staśoη… al gueran…ill tas… vagabond e delinquent… “, l’ottimismo nell’affetto per le nipotine “Quand l’iηlumina η’suriś, / l’e chi η’ tera al paradiś…”, “Al miracul dla vita ch’la s’arnova…”, il ringraziamento alla vita “Tra la vegia e l’son, /aη so s’a soη śmisia o s’am iηsogn…”.

La silloge ha una varietà lessicale davvero apprezzabile, ad esempio – citando i cibi in tavola: la pulenta, al brustlin, la renga, al maial, al pan, al salam, j’ov, al cunin, la farina castagna, ill patach, brod e galina, al les, ill pulpet, al pandor, al riś, ill friteli, la murtadela, la ruvie, la pana, i grugno; – nell’uso di parole sempre piu obsolete: carśina, stagna, spartura, curtlina, sprugla, ztacarin, sćiapa, śghit,cumpanadag, rośal, sulcar, pusioη, sulacia, batdora, purtgaia, baciośal.

Fedozzi esprime consapevolezza e orgoglio per il dialetto del proprio territorio, rivendicandone la piena dignità.

D’altra parte lo sosteneva, già a metà del 1800, Carlo Azzi, importante lessicografo ferrarese, che non vi erano periodi storici o territori privilegiati che detenessero forme dialettali “migliori” rispetto ad altre.