Rimini, “Di tanti frammenti vive una storia, di tante storie vive un museo”

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Cartoline del presenteEvento per tutti, a cura di Arianna Ioli con la partecipazione di MuNa (Musei di Narrazione) e con il patrocinio di CNA, è in programma Domenica 27 dicembre 2015 e Mercoledì 6 gennaio 2016 al Museo della Città via L. Tonini 1 – dalle ore 15.30 alle ore 18. Partecipazione libera e gratuita

RIMINI – “A guardarla dal basso, la scia sembrava una coda di cometa, composta da piccoli puntini disordinati che, anziché proseguire compatti, disegnavano nel cielo tanti piccoli archi, come se saltellassero da un punto all’altro. Osservandola con più attenzione si capiva invece che non erano puntini: la scia era formata da quattro lettere luminose, che si rincorrevano tra di loro così velocemente da sembrare migliaia e andavano a formare, per pochissimi secondi, la scritta “MuNa”, prima di lasciarsi di nuovo andare”.

Qualche giorno fa, in una notte senza luna, MuNa che viaggiava nel cielo sospinta da un vento di bufera, si è posata sul tetto del Museo della Città, attratta dalle chiacchiere delle opere d’arte. Avevano paura del buio e si sentivano sole, per Natale avrebbero tanto voluto ascoltare delle nuove storie. MuNa ha pensato di fare loro una sorpresa e di invitare al museo adulti e bambini, per scrivere alle opere d’arte una cartolina dal presente.
È vero, scrivere una cartolina è un gesto d’altri tempi, ma le opere sono un pochino all’antica, non hanno un profilo facebook e non vedono l’ora di leggere le storie che verranno scritte per loro.

Cartoline dal presente nasce dall’incontro tra progetto MuNa e i Musei Comunali di Rimini, per dare inizio ad un processo di narrazione condivisa del museo da parte della comunità dei cittadini l’obiettivo è di abbattere quelle barriere invisibili che spesso ci sono tra l’opera d’arte e chi le sta di fronte. Il Museocomune di Rimini logo della Città non è un contenitore di opere, ma un luogo vitale che manda segnali e messaggi nel presente da un passato che, ben lungi dall’esserci estraneo, ci appartiene come parte fondamentale di un patrimonio culturale comune.
La cartolina, durante queste vacanze di Natale, diventa veicolo di una micronarrazione che rinnova un gesto di affetto tra le opere d’arte e i cittadini e annulla la distanza temporale tra loro veicolando messaggi dal presente al passato e viceversa. Solitamente la cartolina si manda ad una persona lontana nello spazio, ma non del tempo in questo caso, la distanza è temporale, l’opera ci sta di fronte, ma in essa vive la profondità di un passato che ci rende complicato, per una sorta di deferenza, avere un rapporto diretto con lei.

In questa domenica post-natalizia MuNa, il cui simbolo è un palloncino giallo gonfiato ad elio, invita al Museo della Città grandi e piccoli.
A tutti viene chiesto di scrivere una cartolina ad una delle dieci opere scelte, entrando così a far parte di quella narrazione condivisa che il nostro patrimonio culturale rappresenta.
La proposta è articolata in due giornate: quella di apertura, il 27 dicembre 2015, in cui viene presentato il progetto e il pubblico viene invitato a conoscere MuNa e le opere e a scrivere la propria cartolina ad una delle opere scelte come portavoce. C’è tempo fino al 5 gennaio per partecipare al progetto, scrivere la propria cartolina e riconsegnarla al museo, imbucandola nelle apposite “cassette della posta” posizionate vicino alle opere. Il momento conclusivo è il 6 gennaio 2016 quando, tornando al Museo, ogni partecipante troverà la sua “speciale risposta”, una cartolina dal passato.

MuNa (Musei di Narrazione) è un progetto curato da Arianna Ioli che nasce con l’idea di fare incontrare il mondo dell’arte e quello della narrazione in un unico spazio, che valorizzi il loro essere inventori di storie e luoghi della fantasia. Si tratta di un format che qualsiasi museo può adottare e che lavora per un “restauro narrativo” del museo stesso. Il museo in cui MuNa arriva è un museo che abbia voglia di rinarrarsi, che creda nel tempo presente, nelle storie e nell’affetto come una delle tante forme possibili di “cura”.

L’obiettivo di MuNa è dare al museo altre parole per raccontarsi, la meraviglia per attrarre a sé una comunità di persone che se ne prenda cura e l’affetto necessario per far vivere le sue opere nel presente. Come scrive Serena Giordano nel suo libro, Disimparare l’arte, «la vita di un’opera è soddisfacente, esattamente come nel caso degli esseri viventi, solamente in presenza di relazioni». La vita di un’opera è la straordinarietà e unicità sempre rinnovata di un incontro con l’altro, pertanto per continuare il suo lungo viaggio dal passato in cui è nata al tempo presente in cui è chiamata a vivere, ogni opera ha bisogno di poter vivere, almeno in parte, in quell’oggi che spesso le viene precluso.

MuNa è un progetto che, pur avendo un occhio di riguardo per bambini e adolescenti, è pensato per un pubblico trasversale e ha come obiettivo la crescita culturale dei visitatori e la creazione di una comunità che abbia il suo fulcro nel museo della città. Si basa sul presupposto che il lavoro curatoriale sia una vera e propria scrittura d’autore, ma anche sul fatto che quella del curatore non sia l’unica scrittura possibile.

La partecipazione è libera